Pubblicato da Alessandro Violante il febbraio 10, 2015
Il due è diventato sempre più un numero perfetto all’interno delle realtà post-industriali rispetto ad un periodo storico in cui la realtà industriale era piuttosto una band vera e propria, ma cosa accade quando, per qualche ragione, si rimane da soli alla guida di un progetto come è accaduto allo svedese Stefan Brorsson degli Spark!, un gruppo già di culto nell’old school EBM revival?
Accade che, nella nuova fatica, Spektrum (titolo emblematico), vengano chiamati degli ospiti, uno per ogni brano, a cantare sulle tue canzoni, quelle dell’eclettico Mattias Ziessow, un artista che sa il fatto su0 e che dimostra in questa sede di saper rimaneggiare la body music a seconda dell’ospite presente al microfono, presentandoci tanti volti differenti della stessa musica. EBM old school, certo, ma con un tocco molto personale, quello svedese, che si traduce in una particolare attenzione per la melodia e per le parti vocali mai monocorde, oltre che per le strutture veloci e intricate nonostante il ritmo four on the floor, del resto stiamo parlando di musica per i corpi.
Si parlava di una molteplicità di approcci: che si ascoltino brani più veloci e diretti o più lenti e granitici, le complesse melodie li accomunano tutti in un mix tra synth pop, old school EBM e un pizzico di gusto per la forma pop che, per i più puristi, può essere intercambiabile con un’attenzione per una produzione molto pulita e raffinata, moderna e, nella maggior parte dei casi, con la ricerca della catchiness e della grooviness, il che rende il tutto più godibile ma tutt’altro che semplice, basti pensare alla capacità di creare melodie mai banali e continui giochi di drum machine, specialmente nei pezzi più veloci, in cui Mattias eccelle particolarmente.
Soffermandosi sugli episodi maggiormente degni di nota, il nostro ha creato brani ad hoc pensando a chi li avrebbe cantati e, di conseguenza, pur seguendo tutti un sottile filo rosso, ciascuno di essi possiede una sua identità: c’è Infectious, una classicissima bordata old school, non a caso cantata da Pontus Stålberg dei classicissimi Spetsnaz, un pezzo veloce, diretto, complesso e melodico al punto giusto, a cui segue subito Nordost questa volta insieme al vocalist dei Patenbrigade: Wolff, forse meno conosciuti ma il cui cantante si adatta perfettamente al ruolo, per un altro brano al cardiopalma. Dysfunctional presenta una perfetta sintesi di melodia synth pop, un ritmo meno veloce ma non meno attraente e, in generale, un episodio in cui vari approcci si fondono perfettamente tra loro, questa volta accompagnati dalla voce dei Biomekkanik, anche loro connazionali.
Un’altra collaborazione importante è quella con Claus Larsen ovvero Leather Strip in Fashion, un episodio in cui il sampling assume un ruolo importante ma non prepotente, in cui la catchiness e la grooviness si manifestano perfettamente, donando una leggerezza particolare ad un brano che alterna vari mood e che colpisce sì, ma sempre senza apparentemente fare male, facendo alla lunga sentire i suoi danni. E’ una critica verso la società dei consumi e della moda, come è lecito aspettarsi. Episodi come Light on, invece, insieme alla voce dei Dupont, fanno prevalere il gusto melodico e synth pop, confezionando dei brani altrettanto belli quanto meno aspri come anche nella lenta e conclusiva Momentum insieme al vocalist dei Substaat o ancora come l’accattivante quanto fortemente melodica Fangesinn insieme al vocalist degli Xenturion prime.
Menzione a parte va a Henrik Nordvargr Björkk ovvero la voce dei Pouppée Fabrikk e di altri numerosi quanto altrettanto geniali progetti che, in questo album, figura nella penultima Unforgiving, un brano nel classico stile del Destructor che, ad ogni modo, risente del gusto melodico di Mattias. La carica esplosiva mid tempo rimane comunque ben percepibile, come una valanga che pian piano viene giù e che travolge ciò che incontra. Episodio riconoscibilissimo che non lascia scampo alcuno.
Quello della creatura Spark! è un album variegato ed interessante, che ha saputo fare di necessità virtù e che dimostra, appunto, quanto sia largo lo spettro musicale e creativo a disposizione del songwriter alla presa con ben undici ospiti differenti aventi stili diversi. Come in una sorta di jam session tra amici in nome della vecchia scuola (ma contaminata dal presente), questi artisti si ritrovano a comporre un lavoro molto atteso che farà parlare di sè al di fuori della ristretta cerchia dei fan dell’EBM più pura e incontaminata.
Label: Progress productions
Voto: 8