Report Keluar & Schonwald live at Ligera (Milano) – 13/12/2014

Pubblicato da Alessandro Violante il dicembre 19, 2014

keluar-schonwald-live-ligera-milanoSono già passati sei giorni da quando abbiamo avuto il grandissimo piacere di vedere live in Italia, insieme, i tedeschi Keluar e gli italianissimi Schonwald, i primi ormai sulla bocca di tutti, alfieri del minimal synth / coldwave più ricercato e multisfaccettato, i secondi un progetto italianissimo musicalmente inquadrabile tra lo shoegaze, il post punk e la darkwave, che sta conoscendo un grande successo in patria e all’estero anche grazie al supporto della label francese Anywave records, che li sta promuovendo a dovere.

Sono già passati sei giorni da quella sera in cui, in preda alla voglia di presenziare ad un altro evento della italiana Minimal trend records, ma creata dall’estone Oksana Rodionova aka Xiu con cui parlammo già qui, abbiamo cercato di ingannare il tempo in attesa che arrivassero le 21 tra una mostra dell’altrettanto geniale e intramontabile Baruchello e le trafficate strade del milanese. Ci incontriamo in tre a piazzale Loreto e si va verso il Ligera al 133 di via Padova, uno dei locali più importanti per eventi di questo tipo, in cui abbiamo già avuto modo di vedere artisti fenomenali e atipici. Lì si aggiunge il quarto e si fa conoscenza con gli Schonwald e, tra una bottiglia di vino e discorsi musicali su gruppi (purtroppo) sconosciuti ai più, si scende per il concerto.

 

schonwaldAlle 23 gli Schonwald, il duo formato da Alessandra Gismondi e Luca Bandini, cominciano a suonare con Gemini e Mercurial, i due brani facenti parte di un vinile del 2013 uscito per la statunitense Hozac records. In sede live i due escono parzialmente da quell’atmosfera “sospesa” dell’ultimo album (Dream for the fall) per trasformarsi in una band che suona una miscela post punk / darkwaveshoegaze fredda, evocativa ed emozionale, la quale offre un grande impatto per i presenti. Si prosegue con una serie di brani tratti dall’ultimo lavoro in studio, Crystalized, la chiacchieratissima Deep metals con le sue pulsioni elettroniche che completano i fraseggi malinconici e la voce eterea di Alessandra, le evocative Triangle e Achrome, più minimal la prima e “goth” la seconda, suonate con una enfasi drammatica mista a decadenza che permette ai nostri di presentarsi ottimamente nella dimensione live. Segue poi Sacred hearts, un brano slegato dalla loro discografia ufficiale pubblicato a maggio sulla loro pagina bandcamp, il quale certo però non ha nulla di meno rispetto agli altri, per poi concludere la performance pagando il loro tributo ai The cure con la cover di A forest, uno dei maggiori classici della band anni ‘80 che naturalmente non manca di entusiasmare i presenti. Questa versione suona ancora più fredda e “distante” rispetto all’originale, sospesa nel vuoto cosmico creato dalla band durante la sua esibizione. Un suono che è lì ed è percepibile ma che sembra provenire da molto lontano, da un altro luogo e tempo, così vicini, eppure così distanti; un’ottima performance per gli Schonwald, che salutano il pubblico anticipando l’entrata in scena dei Keluar.

keluarI Keluar, il duo composto da Zoè Zanias e da Sid Lamar, nomi d’arte dell’australiana Alison Lewis e del tedesco Jonas Förster, sono nel mezzo del proprio mini tour italiano e regalano ai presenti un’esperienza emozionante come il loro sound, evocativo e surrealista. Dal vivo si presentano tecnicamente perfetti così come su disco, mantenendo quell’aura onirica che la produzione del loro album (la compilation che porta, come titolo, il loro nome, uscita per la Desire records) presenta pienamente, esprimendo nei beat della batteria elettronica e nel cantato drammatico e sentito di Alison, (ottima performer dal grandissimo carisma e fascino) quell’identica sensazione di straniamento brechtiano che si percepisce quando, a luce spenta e in cuffia, si schiaccia play sul disco. Le fila vengono sapientemente rette da un tastierista come Jonas che tesse trame complesse e fuori dagli schemi nutrite di techno, minimal, ambient ed ebm, talvolta più dirette e secche, talaltra volatili e atmosferiche, arricchite da synth melliflui e dilatati sempre “sul pezzo”, anche nelle divagazioni che mai risultano fini a loro stesse. Si inizia con la opener della suddetta compilation, Cleo, dalle atmosfere retro e minimali grazie a tastiere in evidenza e alla cassa elettronica dritta, per poi proseguire con la depechemodiana Ennoea, la “witchy” Coralline, le ambientazioni psichedeliche di  Fractures, la dance in mid tempo oscura e cadenzata di Eremus, la marziale Rupture dalla forte carica industrial e quasi tutti i loro pezzi per un totale di dieci brani, escludendone quindi solo due, VitreumThreads.

Al termine del concerto c’è l’occasione di parlare con gli artisti e anche loro si dimostrano persone molto alla mano, come spesso avviene negli ambienti underground più intimi. Poi, soddisfatti per l’aver parlato con i vari presenti, si risalgono le scale e ci si incammina nuovamente verso piazzale Loreto non prima di aver ascoltato un po’ di sana musica, con la consapevolezza di avere presenziato ad un evento unico ed emozionante, che meritava sicuramente una maggiore affluenza ma che è stato vissuto pienamente dai presenti, colpiti da entrambi i gruppi come mostrato dalle reazioni entusiastiche durante le esibizioni. Speriamo che di questi concerti ce ne saranno ancora.

Di seguito pubblichiamo le scalette dei brani suonati:

Schonwald

Gemini
Mercurial
Crystalized
Deep metals
Triangle
Achrome
Sacred hearts
A forest (The cure cover)

Keluar

Cleo
Ennoea
Coralline
Fractures
Eremus
Surface
Detritus
Rupture
Vitreum
Rivers