Pubblicato da Alessandro Violante il gennaio 17, 2016
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In un panorama musicale sempre più anziano, fatto di reunion sfocate e di “social-necrofilie” morbose, ben venga nuovo sangue giovane e ardito per continuare a lottare contro lo stato di cose presenti. Rein è una giovanissima musicista, di stanza a Stoccolma, dedita a una feroce, aggressiva e ruvida EBM oldschool con un drumming deciso e marziale di scuola svedese (Spetsnaz, Autodafeh, ecc) . L’artista ha esordito collaborando con il duo industrial EBM The Operating Tracks nel brano Testify (qui il video). Il suo primo EP è uscito il 5 gennaio 2015, anticipato dal fortunato video Can’t Handle Me.
Il lavoro si apre con una dichiarazione d’intenti anarchica chiara e decisa: “There Is No Authority But Yourself”. Parole vomitate in faccia al mainstream e alla critica musicale che crea burattini di plastica o miti alternativi da rivendere su vacue piattaforme digitali, ma anche contro quelle socialdemocrazie “dal volto umano” che mortificano l’individuo ricacciandolo nella mediocrità della massa. È necessario riprendere il controllo in maniera autarchica, a partire dal controllo totale sul proprio corpo che deve divenire una macchina da battaglia per raggiungere i propri scopi. Questo è anche il concetto alla base del brano “Can’t Handle Me”: electronic body music che carica d’energia elettrica e adrenalina, preparando alla lotta imminente.
“Can’t Handle Me” è anche un brano che si scaglia come un maglio contro un certo tipo di musica apparentemente indipendente, ma piegato e sottomesso allo stato di cose presenti. Rein ci dimostra sopratutto che l’aggressività non è solo prerogativa del sesso maschile: con una grinta da far invidia ai Nitzer Ebb, grida al microfono di essere “Born To Die”, con un nichilismo iperattivo pronto a spezzare le reni a qualunque forma di alienazione, rinunciando anche a vuoti sperimentalismi fini a se stessi per un approccio diretto e senza compromessi di sorta.
Molto interessante anche il brano “Concrete Jungle” che si muove in territori vicini alle realizzazioni di Fixmer e McCarthy. In rete è disponibile anche un remix a cura di Mister Monell. In generale tutti i brani hanno un forte appeal per il dancefloor più alternativo e militante. Rein fa punk elettronico per “Rebel Girls” (titolo di un altro brano al fulmicotone) contro il predominio dell’indifferenziato, contro il monotono conformismo dei rapporti umani e soprattutto contro quelle stupide bambole e bambolotti di plastica, ostaggio del mercato e delle mode.
Nel video Rein si prepara all’azione indossando i colori di guerra. Sicuramente si tratta di un esordio promettente e adrenalinico, fuori dal coro, per un’artista da tenere d’occhio, sempre pronta a portare in alto la torcia della scena EBM svedese.
Label: Cold school
Voto: 8