Pubblicato da Alessandro Violante il febbraio 2, 2015
Due facce della stessa medaglia: Ecstasphere e Aphexia sono le due emanazioni di Ophelia The Suffering, che già si distinse nel 2014 con l’album Feed your head e che, pochi mesi dopo, torna a farsi ascoltare con un lavoro complesso, caratterizzato da un dualismo che alterna un sound più atmosferico e ritmico, un raffinato IDM / powernoise ad un sound più di ricerca, meno immediato, in cui anche le chitarre e, soprattutto, la sua voce, riescono ad esprimere quello che l’artista sente dentro di sè e nei confronti degli altri.
Sono proprio gli altri ad essere, in un certo senso, il fulcro di questo doppio E.P. Klangporträts. L’artista tedesca stavolta sente il bisogno di rappresentare la propria prospettiva soggettiva sull’anima di qualcun altro. Questi altri sono le persone nei confronti delle quali lei si sente riconoscente in quanto hanno arricchito la sua vita. Lo scopo è renderli osservabili attraverso i suoi occhi, così nella parte I, come Ecstasphere, i titoli dei brani si riferiscono al modo in cui lei percepisce queste persone: le sue mani, la sua bocca, il suo sorriso, la sua pelle, le sue cicatrici, i suoi occhi. Questa prima parte è stata pensata nel 2012.
La parte II, invece, è stata pensata nel 2014 e qui, come dicevamo, emerge fortemente una componente molto meno astratta e molto più emotiva, seppur sempre mediata da una fortissima componente intelligente o IDM che dir si voglia. Marie è dedicata ad una persona importante e, in generale, titoli come Every present truth will be a future lie, Torment of repeatedly failed revelations e If you were queen of pleasure and i were king of pain evidenziano un cambiamento tematico, incentrato stavolta su un amore che non conosce confini e una perdita senza rimedio. E’ qui che, stavolta come Aphexia, quello che l’artista sente viene espresso a parole piuttosto che tramite l’ausilio del freddo beat distorto, e rende il lavoro ancor più interessante. Il lungo brano Torment of repeatedly failed revelations è uno degli episodi migliori, mescolando l’ambient all’IDM al sound di chitarra elettrica e acustica, un crescendo che si va via via sviluppando fino ad esplodere in un ruggito sintetico.
Se la parte I si concentra maggiormente sulla durezza del beat distorto contrapposto ad un’ambient dalle tinte più o meno oscure a seconda del brano, la parte II esplora il downtempo recitato di Blick 4, il cantato di Marie alternato alle cadenzate e oscure pulsioni intelligenti e alle atmosfere sognanti e acustiche, quasi angeliche, della breve Every present truth will be a future lie. Nella prima parte, la opener è sognante e distante per poi esplodere in un tarantolato e riflessivo ritmo distorto, Her smile ha un sapore analogico e aggressivo nel suo incedere anche grazie all’evidenza posta sul beat, Her eyes parte ambient, pianistica e sognante per poi esplodere nella ritmica distorta. E’ uno degli episodi migliori.
Klangporträts I & II è un lavoro complesso, sempre in bilico tra forze diverse ma non per questo opposte, in cui i brani crescono ed emergono pian piano, in cui il distorted beat assume una carica quasi filosofica, introspettiva. Il ritmo delle macchine è un ritmo esistenziale e risiede nell’animo dell’artista. Suggestioni ambient, visioni IDM e tarantolate ritmiche powernoise si amalgamano perfettamente insieme, elementi legati dal filo rosso dell’interiorità di Ophelia The Suffering, che viene fuori nella sua interezza e nella sua notevole varietà. Un lavoro estremamente personale.
Voto: 8, 5
Label: Autoproduzione