Pubblicato da Alessandro Violante il ottobre 27, 2014
Si dice sempre che la terza prova sia un tassello fondamentale nella carriera di un musicista. Joey Blush alias Blush response arriva quatto quatto con il nuovo lavoro, Desire machines, pubblicato per la Basic unit productions di Daniel Myer meglio noto come Haujobb, veterano dell’electro-industrial e ora scopritore di giovani talenti. Anche stavolta il navigato musicista ci ha visto molto bene e, dopo l’uscita dell’E.P. Drift, presenta il disco sulla lunga distanza.
Il nostro è un polistrumentista newyorchese dalle indubbie capacità creative, fortemente influenzato da tutto quello che la scena europea e statunitense hanno avuto da offrire negli ultimi anni. Vicino per certi versi, per quanto riguarda l’approccio e l’attenzione per le espressioni vocali, ai primi passi dei Nine inch nails, sebbene la componente rock sia totalmente assente, il pathos delle linee vocali cosparge molti degli episodi presenti, donandogli una certa umanità. In molti episodi, poi, il gusto per il glitch e per l’IDM sovrasta le strutture preesistenti generando una certa forma di caos controllato. Quello che ne viene fuori è un post-electro cosparso di clean vocals alternato ad episodi electro più diretti e strumentali.
Quando, invece, viene dato maggiore spazio all’elettronica pura e semplice, le radici techno e quelle più vagamente anni ’90 fanno capolino e partecipano al loro rimescolamento in nuove forme post-techno / post-electro. Svetta, tra queste ultime, la lunghissima e quasi catatonica Heavy weather, che regala ben più di una emozione e che, con la sua cavalcata in 4/4, non fa affatto rimpiangere i cataloghi del genere degli anni ’90. La produzione ipercristallina è la ciliegina sulla torta: tutti i suoni suonano perfetti e possiedono una propria ragion d’essere. Undici brani complessi che si snodano in maniera mai ovvia e scontata. C’è spazio anche per una rivisitazione, anch’essa avente il suo perchè.
Inutile citare episodi particolari: tra i migliori figurano le technoish Idoru, Exegesis, The drift e Hunter // killer, così come le più patemiche Lovers e Dreams, giusto per citare le più importanti, ma tutte sono ben fatte e ricche di spunti interessanti.
La label ha fatto centro con una release di indubbia qualità. Un artista da tenere d’occhio, capace ed innovativo.
Label: Basic unit productions
Voto: 9