Pubblicato da Alessandro Violante il settembre 10, 2014
Duro come l’acciaio, al passo coi tempi con le ultime sperimentazioni cross-genere pur guardando sempre con un occhio alla vecchia scuola, soprattutto per quanto riguarda la resa sonora. Un suono usurato, lievemente graffiante, quello di Hyena, la creatura di Giona Vinti, che torna con otto brani per la Dark industry. Into the zone, questo il nome del lavoro in questione, approccia generi disparati, toccando, nell’opener, un electro industrial quasi space passando per la “complessa” I believe in demons che parte cadenzata e che poi decolla verso una ritmica drum ‘n bass. Il crescendo continua con Frenzy, brano che, come ben espresso dal titolo, esplode in un breakcore selvaggio, rimanendo comunque sempre ben ancorato al terreno, con aperture darkstep a la Bong Ra di Monolith, per intenderci, il tutto però più grezzo e oscuro. Dopo questa escalation, A howling chaos pesca da un lato, nuovamente, nell’electro più cupa, dall’altro fa emergere alcune influenze vagamente riconducibili ai Nine Inch Nails. Old skull è un brano dark ambient caratterizzato da note sincopate mentre Karma burning irrompe con un ritmo nuovamente breakcore sorretto da una base techno. La title track e la conclusiva Back from the icy world of nothingness riportano l’ascoltatore a lidi più tranquilli, lontani dai primi episodi tirati e dritti, che recuperano una forma quasi cinematografica, molto legata all’electronica, evidenziando la pluralità di influenze presenti nel musicista milanese ma che passano via senza lasciare particolare traccia di sè. Un lavoro maturo, volutamente underground, che evidenzia la volontà di esplorare lidi differenti. Un disco molto onesto che guarda ai maestri del genere (il già citato Bong Ra come anche Micky Finn) che si farà apprezzare dagli amanti del genere.
Voto: 7,5
Label: Dark industry