Pubblicato da Alessandro Violante il febbraio 23, 2014
E’ uno di quei venerdì in cui sei lì a lavorare davanti al monitor, a risolvere problemi, al termine di una lunghissima settimana. E’ uscito il nuovo album di un gruppo che, per qualche ragione, non hai mai approfondito. Vai su un sito, guardi qualche video e dici: proviamolo. In Germania vanno fortissimo (si aggiunga il fatto che cantano in tedesco). Questo è il primo scoglio per l’ascoltatore italiano: pazienza, mi tradurrò i testi, ma il messaggio si comprende comunque. Questo è il nuovo capitolo dei Welle:Erdball, tradotto onda del globo. Attivi dal 1990, furono prima noti come Honigmond (luna di miele) e, successivamente, come Feindsender 64.3 (mittente ostile 64.3). Loro sono in quattro: ci sono A.L.F. (Alf Behnsen) e Honey (Hannes Malecki) che realizzano i brani accompagnati dalle due moderatorin, ovvero due simpatiche Fräulein (ovvero Miss) Venus e Plastique, anche se durante il processo di realizzazione del disco la seconda è uscita dal gruppo ed è stata sostituita da Lady Lila. Il quinto membro della band è ironicamente C-64, un commodoe 64. Le loro caratteristiche principali sono l’uso esclusivo della lingua tedesca, un immaginario retrò legato all’elettronica dei Kraftwerk più quadrati (qualora ce ne fosse ulteriore bisogno figura una particolare cover di Die roboter), brani molto catchy e solari composti con da basslines ed effettistica 8 bit, la presenza di una opener che porta sempre il nome del loro act, dei video che, nella loro introduzione seriale, ripescano nell’immaginario della vecchia cinematografia e della televisione degli esordi. La musica è catalogabile all’interno del filone synth pop e ascoltarla è un vero piacere che fa da contraltare alla talvolta noiosa esperienza quotidiana del lavoro al computer. Nelle loro composizioni è sempre presente una forte vena ironica già a partire dal titolo che però, ad un livello più profondo, nasconde tematiche molto care a certa musica elettronica come il dibattito tra uomo e macchina in Mensch gegen maschine – Uomini contro macchine o più legate al dibattito sull’informazione in Das passwort – La password. Tra ironia, terminologia informatica, vocal maschili e femminili a tema come in una sorta di simpatica ballata Der liebe der 3. Art – Sull’amore del Terzo Tipo, come nel brano autoreferenziale Ich bin aus Plastique – Io sono di plastica fino alla conclusiva title track, i nostri si confermano un act interessantissimo, che sa divertire e far riflettere, che purtroppo da noi (il problema principale è la lingua dei testi) stenta a farsi conoscere dal grande pubblico. C’è anche spazio per l’elegia del mai tramontato gioco del flipper in Der flipperkönig – Il re del flipper. Un suono catchy, apparentemente spensierato ma ricco di dettagli e zeppo di suoni interessanti e retrò, tavolta soft, talaltra più sostenuti, danno insieme forma ad una miscela esplosiva, ad un disco di alto livello dal punto di vista sia compositivo che strumentale, che fa pensare che questa realtà abbia ancora tantissimo da dare e da dire. Tante belle cose a voi!
Voto: 9
Label: Synthetic symphony