Pubblicato da Alessandro Violante il aprile 3, 2014
Gin Devo torna, dopo poco più di un anno, con la sua creatura principale, Vomito negro, nume tutelare della scena old school a cavallo tra EBM e electro industrial. Dopo uno iato di quasi dieci anni intercorso tra Fireball del 2002 e Skull & bones del 2010 e dopo Fall of an empire dell’anno scorso, sempre distribuito negli Stati Uniti da Metropolis records e in Europa dalla Scanner / Dark dimensions, arrivano nove brani che dimostrano come un periodo di stop abbia favorito la prolificità dell’artista che qui presenta, dal punto di vista lirico, un concept album sulla critica della pena capitale. Musicalmente siamo di fronte ad un disco che si apre e si chiude con due suite old school electro industrial tra le quali scorrono brani di classico EBM che rileggono il genere con acume, anche se non sempre questi episodi riescono ad andare a segno. Un album meno ruvido, una scelta dei tempi più ragionata e calibrata su un 4/4 da film da b-movie horror che è senz’altro un degnissimo prodotto di quest’anno ma che non raggiunge l’eccellenza e la crudezza del lavoro precedente. Si intravedono nuove possibilità in brani come Fighting the force sotto forma di incursioni nella musica rap, così come tutti i grandi nomi del passato hanno fatto di recente (Frontline assembly e Skinny puppy sono solo alcuni esempi), così come è presente una attenzione per suoni più morbidi e un songwriting più vicino alla forma canzone rispetto al passato, anche se le strutture cicliche e minimaliste hanno sempre fatto parte del background dell’act. Un lavoro più vicino alla sfera del dancefloor, seppure di nicchia? Forse. Forse una parte di questi brani non rimarrà nella storia e, tranne alcune eccezioni, alcuni di questi verranno confusi tra loro. Poco importa, si tratta comunque di un album più che discreto di musica diretta e quadrata, condita da atmosfere dark. Tra i migliori episodi segnalo l’opener Time, già presentata qualche mese fa, e l’ottima, conclusiva, Angel fire.
Label: Scanner-Dark dimensions / Metropolis records
Voto: 7