Pubblicato da Alessandro Violante il marzo 20, 2013
Un viaggio in uno spazio ancora troppo sconosciuto, affascinante e irresistibile. In passato, così come anche oggi, è sempre stato un tema esplorato da scrittori, musicisti e artisti. Conrad Hook, musicista post industrial slovacco, appartenente alla corrente dell’electro industrial, autore con il nome di Terminal state di un lavoro storico come Unline codes nel 2000, uscito per la misconosciuta Broken seal records, torna a farsi sentire ben 13 anni dopo tramite la Electro Aggression Records che in questo mese ha già prodotto i nuovi lavori di Pyrroline e tEaR!doWn. A differenza di questi due, Illegal space activity è un concept album sullo spazio, come prima accennato. Tredici brani che ricordano molto certi lavori dei Front line assembly, uno su tutti Tactical neural implant, considerato uno dei loro massimi capolavori, con la differenza che l’artista mostra la sua abilità principale nel costruire trame sintetiche ancor più tecniche di quelle a cui Leeb e Fulber ci hanno abituato nella metà degli anni ’90, una differenza che si fa evidente specie considerando l’impostazione degli artisti della label, e Hook non fa eccezione. Quello che ne viene fuori è una versione cerebrale, nuova considerando il sound attuale, che riflette in modo molto diretto le esperienze dei canadesi. Esponendo una analisi track-by-track, l’opener Perished è una degnissima introduzione che si attesta su tempi medi, synth dark-oriented che lasciano presagire uno sviluppo molto dark e heavy. La successiva Early warning mostra un uso molto sapiente del sampling, delle trame del songwriting, dei vocals effettati e quasi incomprensibili. La pesantezza intelligente di questo brano prosegue, con tempi diversi ma con modalità simili, nella successiva Fatalist, più astratta e per questo ancor più interessante, un brano che necessita di numerosi ascolti per essere compreso nella sua forza. Tempi dispari, stop, diverse atmosfere e poi ancora Andromeda, un brano più canonico, emozionale ed emozionante, ancora molto canadese ma legato alle ritmiche in 4/4 più vicine a un Tactical… che ad un Gashed…, una gemma di rara importanza, un brano di cui si sentiva un forte bisogno. Symmetry of the shadows è la seconda strumentale del lavoro, ancora molto old school electro, di pregevole fattura. Ultraviolet coma così come Last prophecy sono altre gemme di medesimo valore che accrescono quello del lavoro nella sua interezza mentre Devastating toxicity, terza ed ultima strumentale del disco, rifocalizza il raggio sui Front line. Si tratta del brano più simile ai loro lavori, laddove i synth sono praticamente identici così come l’utilizzo molto intelligente dei sampling di chitarra che lo rendono vicino anche a certi lavori degli Skinny puppy, uno degli episodi migliori. I brani successivi seguono la stessa scia dei primi non abbassando mai il livello di una serie di composizioni che non conoscono cali tecnici nè emotivi e che ci consegnano un act fermo da tanti anni ma che si riconferma come una delle migliori proposte in ambito electro, un disco da consumare per i fan e da scoprire per coloro i quali non sono particolarmente avvezzi al genere. Il secondo disco è, come da tradizione della label, un disco di remix che contiene però altri brani di valore altrettanto grande. L’eredità del sound canadese risiede in questi solchi.
Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Electro Aggression Records