Pubblicato da Davide Pappalardo il aprile 25, 2016
Molti amanti della musica elettronica oscura e sperimentale conoscono il nome Brant Showers per la sua attività come seconda anima del duo Aaimon, in cui lavora con la compagna Nancy Showers, consegnandoci un suono a metà tra ambient, witch house ed electro industrial; da oggi però, il Nostro verrà collegato anche al suo progetto solista Sølve, che esce con il debutto The negative per l’etichetta Audiotrauma dopo anni di preparazione ed annunci da parte del musicista.
Possiamo quindi ora valutare quanto prodotto in questo disco, che riprende il discorso della band madre ampliandolo verso direzioni più personali, tra strati ambient e rituali memori dei Coil, oscure pulsioni techno e sperimentazioni industriali più caustiche, senza dimenticare le parti di piano tanto care al Nostro e le melodie di synth dalle connotazioni vagamente post-witch house che molto hanno fatto la fortuna degli Aaimon; non quindi qualcosa di totalmente alieno e diverso, ma allo stesso tempo una benvenuta nuova esternazione dell’estro creativo del musicista americano, capace di scolpire opere sonore in cui sound design e gusto per l’evocazione vanno a braccetto.
L’album è un viaggio in cui troviamo varie tappe sonore (non a caso la title track ritorna ben quattro volte in altrettante suite sonore) che vanno vissute come parti di un discorso totale, pur avendo le loro caratteristiche peculiari che le rendono avvincenti e pregne d’identità. Partiamo quindi con The negative (perspective 1), in cui suoni d’atmosfera, striscianti pulsioni trip hop e melodie sognanti si uniscono in un evolvere costante che abbraccia anche asperità noise e ritornelli rituali; What remains, al contrario, ci mostra oscurità dark ambient ed interruzioni noise presto violate da beat techno che esplodono poi in una cavalcata meccanica perentoria e decisa, sulla quale Showers si dà ad un mantra gridato, mentre For worse mette in gioco una drum machine in quattro quarti unita a linee d’archi evocative ed atmosfere da dormiveglia, sulle quali il Nostro si dà a ritornelli sussurrati.
The negative (perspective 2) riprende le fila del discorso con campionamenti di temporale presto seguiti da suoni oscuri ed inquietanti in levare, interrotti da parti di pianoforte e da algide melodie spettrali; il finale vede invece grandiose deflagrazioni industriali che s’inseriscono nello strato prima creato. Loses ci offre una suite oscura che presto lascia posto a suoni rarefatti, scolpiti da una ritmica severa, che crescono d’intensità in una maestosità orchestrale in cui non mancano synth malinconici; poi ci tuffiamo ancora in oscurità ambientali, ricreando quel mondo notturno che domina tutto l’album.
Seguono quindi The negative (perspective 3), con i suoi ossessivi vortici sonori e i suoi colpi metallici accompagnati da esaltanti ritornelli, seguiti da parti ritmiche dal gusto sperimentale ed inquietanti dialoghi filtrati, ed Amor vacui con i suoi terremoti sommessi, presto aperti a soluzioni di scuola dark ambient; ecco però che il discorso evolve in una direzione più melodica, oseremmo dire a tratti “pop“, senza però rinunciare a ritmiche sperimentali e sezioni più tese.
Il lavoro si chiude con Ode e con la quarta ed ultima ripresa di The negative; il primo è un altro paesaggio sonoro dipinto con l’ausilio di minimalismi disturbanti ed archi evocativi, sui quali s’inseriscono intrusioni ed interferenze da prima scuola industrial che durano alcuni secondi, mentre il secondo si apre in tutta la sua grandiosità con ritmiche sincopate e campionamenti dal gusto medievale che richiamano il suono dei Will di Rhys Fulber, a metà tra electro e darkwave; atmosfera ed inquietudini si uniscono ancora una volta, senza dimenticare i ritornelli ripetuti ed ossessivi di Showers, veri e propri mantra rituali, ed esaltanti parti dal crescendo trascinante.
Un disco che ci porta verso territori sonori trascendentali, ma che allo stesso tempo mantiene alta l’attenzione verso il gusto per il beat strisciante, così come verso momenti neoclassici in cui campionamenti di violini e pianoforte s’intersecano con maestosi synth, elementi già ben presenti nel suono degli Aaimon; ma le novità vere e proprie sono offerte dai brani più sperimentali, i quali ci mostrano un’altra faccia di Showers, capace di dare identità personale al progetto, distaccandolo dalla band madre. Un inizio molto buono dal quale, speriamo, nasceranno altri lavori interessanti capaci di trasportarci con loro in questo mondo del crepuscolo dell’anima; decisamente consigliato sia a chi già conosce gli Aaimon che ai nuovi ascoltatori.
Label: Audiotrauma
Voto: 8