Pubblicato da Alessandro Violante il novembre 6, 2015
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Solchi Sperimentali Italia è un volume di cui il nostro Paese aveva decisamente bisogno: un ricchissimo album fotografico che presenta tutto quello che di sperimentale, di “altro”, è stato creato in Italia negli ultimi cinquant’anni su vari fronti: che voi siate appassionati di prog e vogliate saperne qualcosa in più (o semplicemente conoscere il punto di vista di un conoscitore), che siate sempre a caccia di analisi e articoli su Battiato, che siate appassionati di metal italiano, che invece prediligiate l’industrial o il minimal synth, o ancora la musica cameristica, o i field recordings…insomma, questo libro è adatto a ciascun appassionato ascoltatore di musica, a chiunque voglia approfondire i suoi ascolti quotidiani, e l’autore, Antonello Cresti, già autore l’anno scorso del volume Solchi Sperimentali (che affrontava la musica sperimentale su scala mondiale), vi traghetterà con grande esperienza e perizia lungo questi lidi.
Ne potete dedurre che, per quanto lo scrittore si sforzi di affermare che il suo intento non sia stato quello di creare un volume enciclopedico, al termine del libro riuscirete comunque a farvi una idea piuttosto corposa di quella che è stata la musica (ma non solo, perchè la sperimentazione è un concetto più ampio che, partendo dalla musica, si interfaccia e si interconnette con le altre arti) di un certo tipo in Italia e anche, cosa molto importante, di quello che sarà.
Solchi Sperimentali Italia non è una storia, e il volume non vuole essere concepito come tale: prendetelo piuttosto come un Ipertesto formato da alcuni nodi principali, tra i quali figurano la musica cosiddetta “acusmatica”, l’industrial, il prog, la canzone sperimentale, e molto altro, nodi che sono poi interconnessi tra loro in una gigantesca Rete che comprende ben trecento artisti citati e centosettanta intervistati. La sensazione, al termine della lettura, è di estrema soddisfazione, e si ha l’impressione che, nonostante l’enormità del numero degli artisti discussi, l’enormità delle correnti trattate, l’enormità del materiale contenuto, tutto in qualche modo torni, non come delle pagine di storia, ma, così come nel Web, come dei link ipertestuali che, anche se apparentemente senza un chiaro filo logico-diegetico, hanno una propria logica, certo diversa, ma il surfer del Web ha senz’altro i codici per comprenderla.
Sospeso in bilico tra tradizione ed innovazione, questo in particolar modo visibile se pensiamo alla forma-libro utilizzata, che comprende analisi scritte in perfetto italiano affiancate a legende e codici QR, tramite i quali è facile accostare l’ascolto degli innumerevoli album trattati durante la lettura, Solchi Sperimentali Italia tiene quindi, da un lato, fede ad una forte tradizione letteraria italiana, presentandosi come un volume ricco di informazioni ed analisi, e, dall’altro, abbraccia le più moderne espressioni del medium Web, garantendo una lettura / ascolto molto avvincente, non quindi un esercizio stilistico o la classica “Storia della Musica…(aggiungete a vostro piacimento)”.
L’unico difetto negativo del testo è forse il carattere, a volte troppo piccolo, considerando che, essendo rapiti dalla lettura (come chi leggerà il libro probabilmente lo sarà), lo divorerete in pochissimo tempo.
Il più grande pregio è invece quello di essere un lavoro orientato al Web, e quindi adatto a tutti, dalle generazioni passate, il cui background è forse più legato al prog, al Rock In Opposition e alla musica cameristica, che lo leggeranno dall’inizio alla fine, così come dai più giovani, forse più interessati a correnti per così dire più moderne (industrial, ambient, minimal synth, etc…) che lo utilizzeranno come un sito Web, scegliendo cosa leggere e cosa meno sulla base dei propri interessi, senza per questo intaccare l’integrità della lettura e del testo.
Solchi Sperimentali Italia è, per citare il grande Umberto Eco, un’Opera Aperta, in un certo senso, perchè ricchissima di livelli di interpretazione, di comprensione e di lettura, e costantemente soggetta all’implementazione di ulteriori appendici. Ognuno ci si approccerà a modo suo, cogliendo quel che ne vuole cogliere, giungendo a conclusioni diverse, leggendo o meno gli “Incroci”, delle sorte di approfondimenti in cui il legame col Web diventa molto forte, decidendo di ascoltare o meno durante la lettura, leggendo o meno le interviste, e perchè no, comparandone le risposte, visto che in molti casi, volontariamente, le domande poste sono state simili, proprio al fine di stimolare riflessioni più ampie e una comprensione dei “fenomeni musicali” in senso più allargato.
Vi invitiamo quindi, in attesa di una ricchissima intervista che verrà pubblicata a breve, a leggerlo con attenzione, poco alla volta oppure tutto d’un fiato, e a valutare la scelta di seguirne le presentazioni, non solo un modo per relazionarsi attivamente con l’autore toscano, ma anche un modo per vedere particolarissime esibizioni live ed incroci di musicisti che, chissà, un giorno potremmo ascoltare suonare insieme sugli stessi solchi – sperimentali – italiani.