Pubblicato da Alessandro Violante il febbraio 4, 2015
Un disco che mira a ridestare il ricordo di una guerra sanguinosa e la coraggiosa e complessa storia di un popolo in chiave downtempo e dark ambient, questo è il lavoro dell’italiano Shari DeLorian, A war story, sette spaccati, sette parti di una storia che, per certi versi, è ancora molto difficile da raccontare. L’artista lascia che sia la musica a pagarne il tributo.
Un ritmo lento, cinematografico, diegetico, che attraversa quel che resta dei campi di battaglia, rovine che hanno tante storie da raccontare a chi abbia voglia di dedicarvi il tempo necessario, perchè questo album non è pura documentazione dei fatti ma anche e soprattutto spunto di riflessione su quanto è stato fatto e su quanto deve essere evitato in futuro. I paesaggi dark ambient sono pieni di rimandi all’immaginario bellico, anche se non vengono mai citati esplicitamente: il ritmo che rievoca la marcia nella opener Sunset on Stalingrad e in Alfred’s song, il 4/4 volutamente sporco, come massacrato dalla guerra, di Wola massacre, condito dai suoni lancinanti, disturbanti e disperati che rievocano territori enormi e inverni gelidi.
L’album ha, tuttavia, non solo un approccio lento e documentaristico: in Eastern promises chi cerca un ritmo sempre in mid tempo ma, comunque, più serrato, troverà pane per i suoi denti. In questo brano si ritrova la forza, la fierezza di un popolo, ed è giusto quanto ovvio tirare in ballo un grande film come Eastern promises di David Cronenberg, noto al pubblico italiano con il titolo La promessa dell’assassino, che spaccò in due la critica per essere stato il suo primo film ad esplorare nuovi territori. In Invocation c’è spazio per degli inserti di chitarra che conferiscono una certa claustrofobia e durezza ad un ritmo tarantolato e pulsante, in Sniper c’è una ritmica da colonna sonora da videogame, con la differenza che la realtà dei fatti non è un videogioco. Anche qui la somma delle parti dona una sua personalità al brano. Ghost track invece torna su territori dark ambient mistici, distanti e, a loro modo, squadrati.
Shari DeLorian racconta, come in una sequenza di cinegiornali (ma con uno scopo opposto), una serie di frammenti che insieme compongono una serie di storie interessanti quanto brutali, sanguinose quanto “avvincenti” che, tramite la musica, ci avvicinano al ricordo di tempi ormai considerati lontani da noi. La musica elettronica, che sia dark ambient, downtempo, techno-ish o comunque la si voglia chiamare, di A war story è un breve ma intenso compendio che si affianca ai manuali di storia contemporanea senza sfigurarne. L’arte, del resto, non è solo art pour l’art, è un medium di espressione e, anche qui, il medium è il messaggio.
Voto: 7, 5
Label: RXSTNZ