Sequential access – Sex addicts anonymous

Pubblicato da Alessandro Violante il settembre 26, 2014

sequential-access-sex-addicts-anonymousTorniamo a parlare di old school EBM con il nuovissimo side project di due pilastri dell’electro industrial degli anni ’90: Claus Larsen ovvero il danese Leather StripMarco Defcode dei canadesi Decoded Feedback, due artisti che condivisero, oltre alle somiglianze musicali dei loro progetti principali, il fatto di essere stati artisti di punta, soprattutto il primo, della defunta label Zoth Ommog, se non il primo, sicuramente uno dei punti di riferimento per la musica electro industrial in anni di grande fervore e cambiamento quali sono stati quelli sopra citati.

Bando alle ciance, sebbene i loro percorsi si fossero apparentemente separati, chi distribuito dalla Alfa Matrix prima e dalla Emmo.biz poi, chi dalla maestosa label statunitense Metropolis records, i due si sono ritrovati a comporre un album di EBM composta alla vecchia maniera, anche se, e questo era inevitabile, felicemente sporcata dalle ritmiche adottate nei lavori principali dei nostri, proprie del genere electro industrial. Un disco in bilico, quindi, tra sfuriate rapide e dirette e brani costruiti su strutture più complesse e groovy, sulle quali si innesta il cantato lacerante di Larsen egregiamente servito dalle ritmiche e dai suoni della sua controparte. Così capita che, nella varietà degli episodi, il ritmo si faccia pesante e ossessivo, musicalmente come dal punto di vista lirico, in un episodio come The walls come tumbling down in cui le stutture musicali assumono toni molto cupi e i testi presentano un certo grado di distopia, tema così caro al genere electro. Gli altri testi coprono spesso argomenti di tipo sessuale – il titolo dell’album è esplicativo – facenti riferimento ad una reale organizzazione che fa, della lotta alla dipendenza sessuale, il suo vessillo in dodici regole, poco male che i brani qui presenti siano tredici. La critica della musica industriale è, anche in questo, ben presente.

Tra gli episodi più interessanti l’opener sintetizza bene le due anime del disco, quella più veloce e quella più riflessiva, benchè i nostri, avendo dalla loro una grande esperienza, riescano a fondere molto bene, anche grazie ad una produzione particolarmente adatta al contesto, approcci differenti in sfuriate al fulmicotone come Grow some balls e Where are you, il primo forse il brano più veloce del lotto. Il sampling non può ovviamente mancare e viene utilizzato a dovere nel momento giusto, mai fuori contesto. Anche da questo punto di vista, l’utilizzo di determinati campioni in episodi come l’opener o Der musik ci riportano indietro di molti anni, ad anni in cui il genere stava crescendo e stava prendendo varie diramazioni, ancora, in un certo senso, nella sua fase sperimentale, nella quale sentiva la necessità di affermarsi e valorizzarsi. Black mirror e We belong dead sono gli altri episodi più lenti e maggiormente legati ad un influsso piuttosto electro più che EBM, ma la sensazione generale rimane sempre l’impossibilità di catalogare i brani (salvo rare eccezioni) all’interno di un genere ben definito. Tanto meglio! Basti sapere che è uno dei dischi più interessanti e meglio composti (in questo genere di lavori) di questo 2014. Se proprio volessimo assimilarlo a qualcosa, dovremmo scandagliare la produzione della seconda metà degli anni ’90 e, ovviamente, gli stessi lavori dei progetti madre.

In definitiva si tratta di un gran bell’esempio di musica post-industriale sebbene alcuni brani possano, alle prime battute, avere più di qualche elemento in comune tra loro. Forse tredici brani sono troppi? Se proprio si volesse andare per il sottile, sarebbe possibile scovare qualche riempitivo, ma del resto il giudizio finale è molto buono e gli appassionati del remember sound (nonchè delle nuove sonorità) troveranno senz’altro pane per i loro denti.

Voto: 8,5

Label: Metropolis records