Pubblicato da Alessandro Violante il aprile 22, 2016
Gradito ritorno per Jérôme Reuter, musicista lussemburghese dal 2005 attivo sotto la sigla Rome: il primo aprile 2016 il Nostro ha dato alle stampe un nuovo mini-album per Trisol, intitolato Coriolan. Si tratta di un lavoro che non segue un particolare concept, com’era avvenuto per la maggior parte delle uscite di Rome, ma, come ha dichiarato lo stesso Reuter in una lunga intervista su Heathen Harvest, è un po’ la rivisitazione del suo primo EP Berlin (uscito nel 2006 per Cold Meat Industry) dopo dieci anni e dieci album, una sorta di celebrazione del decennale, ma con materiale nuovo e inedito.
Certo, leggendo tra le righe, un filo conduttore affiora comunque alle orecchie dei più attenti: il neofolk cantautorale di Rome qui si sofferma sul tema della guerra e delle sue conseguenze (tema assai caro a Reuter), a partire dal riferimento al leggendario generale Gaius Marcius Coriolanus, con tutti i riferimenti letterari e musicali del caso, che vanno dalla tragedia di William Shakespeare, scritta tra il 1605 e il 1608, sino alla celebre composizione di Ludwig van Beethoven composta nel 1807 per la tragedia di Collin del 1804. Qui Reuter recupera la figura controversa di Coriolanus soprattutto tramite Léo Ferré, cantautore, poeta e scrittore anarchico la cui influenza era stata importante anche in Flowers from Exile (2009), famoso concept album di Rome sulla guerra civile spagnola.
Caio Marzio, soprannominato Coriolano dopo la sua coraggiosa vittoria contro i Volsci, con il senno di poi è il tipico personaggio che ci aspetteremmo di trovare in un lavoro a firma Rome: anti-populista, eroe e uomo politico non incline al compromesso, infine additato come traditore e nemico di Roma, cui muoverà guerra, prima di rinunciare ai suoi propositi di vendetta per salvare la città.
L’EP si apre con l’epica marziale di Investiture, seguita dal cupo spoken-word sullo sfondo sonoro post-industriale di Make You a Sword of Me, per poi concludersi con la plumbea Funeratio, che celebra la sconfitta delle ambizioni sulla pira del sacrificio per il bene comune.
Sempre sul tema della guerra, troviamo la bellissima Der Krieg, che segue la traccia omonima dell’EP, prima canzone di Reuter ad essere cantata completamente in tedesco, il cui testo sembra parlare di realtà non troppo distanti dalla nostra Europa e dal nostro presente: “zaun und mauer und letztlich nach krieg – der völker grausamstes spiel” (recinto e muro e infine verso la guerra – dei popoli il gioco più feroce).
Musicalmente l’EP non presenta particolari novità nello stile e nelle composizioni, con ottimi brani evocativi e a fuoco come Broken e l’atmosferica This Light Shall Undress All, mentre un brano come Fragments fa emergere sonorità forse più inclini al post-punk che al neofolk.
In attesa di un lavoro di più ampio respiro, siamo in presenza di un EP che sintetizza un po’ lo spirito e gli interessi di Reuter, con riferimenti mai scontati e banali, sostenuti da un forte background storico e culturale alle spalle che fa sempre la differenza. Con Coriolan, Rome si conferma un progetto con una propria personalità, difficilmente ingabbiabile in stereotipi politici e musicali: musica e parole per persone con menti aperte.
Label: Trisol
Voto: 8