Pubblicato da Alessandro Violante il giugno 3, 2015
A cura di Marco De Baptistis
A Warm Wave Concert è stato un minifestival che si è tenuto il 29 maggio a Göteborg e il 30 maggio Stoccolma. Entrambi gli appuntamenti hanno visto una fantastica line-up che andava dai leggendari Twice A Man, pionieri della musica synth anni 80, a nuove leve come Keluar, Vòlkova, Alvar e Red Mecca. Abbiamo seguito per voi la data stoccolmese, tenutasi al Debaser Medis, famoso locale della zona di Söder, una delle più vive e creative della città.
Il critico musicale Bengt Rahm, nel suo libro Den Svenska Synthen, dedica svariate pagine al fenomeno della musica elettronica synth e alla sua penetrazione in Svezia negli anni Ottanta e Novanta: dalla musica d’avanguardia dell’EMS (Elektronmusikstudion di Stoccolma), passando per l’EBM, sino al post-industrial e alle varie ramificazioni nel pop e nella cultura underground. Una parte del libro è giustamente dedicata ai Twice A Man, gruppo originario di Göteborg che, a partire dal 1982, ha realizzato capolavori come From A Northern Shore e Slow Swirl, con una miscela raffinata ed elegante di new wave, elettronica ambient e affascinati e melanconiche melodie dark. Spesso soprannominato cold wave (il termine aveva all’origine un significato dispregiativo e indicava una New Wave fredda in cui l’elettronica la faceva da padrone), il genere a cui si può, (almeno in parte) ricondurre il lavoro dei Twice A Man (sospeso tra synth-pop e derive ambient), oggi sta conoscendo una nuova vita sotto forma di un rinascimento post-industriale di sonorità elettro-minimali. In questo senso c’è una continuità tra la musica dei Twice A Man e quella degli altri gruppi presenti nella serata.
In contrapposizione al termine cold, gli organizzatori hanno scelto significativamente di intitolare la serata A Warm Wave Concert, data che la scena sembra effettivamente molto “calda” e attiva al giorno d’oggi con gruppi scandinavi, europei, ma anche americani che stanno emergendo prepotentemente sulla scena internazionale più underground e alternativa, riuscendo a raccogliere consensi fuori dalla nicchia del genere.
È indubbio che la Svezia sia una sorta d’isola felice per queste sonorità, per quantità e soprattutto qualità di gruppi, eventi, label, negozi di dischi, etc. e una serata riuscita, anche in termini di pubblico, come quella al Debaser lo conferma appieno.
Merito anche dell’organizzazione impeccabile che ha rispettato pienamente gli orari, facendo iniziare alle 19.40 il primo gruppo e facendo finire l’ultimo attorno alle 00.40: orari decisamente umani anche per chi incomincia ad avere una certa età.
S’inizia con i Red Mecca, band che prende il nome dal famoso disco dei Cabaret Voltaire, come a voler sottolineare una certa continuità con i pionieri della musica Industrial, anche se il suono del gruppo, che vede la brava Frida Madeleine alla voce, ha radici anche nell’elettronica degli anni 90, con un approccio morbido e suadente alla materia dark, synth-pop. La performance era accompagnata da suggestive immagini retro-futuriste di affollate metropoli contemporanee e animazioni digitali che mostravano le rotazioni dei pianeti.
Gli Alvar, duo formato dai coniugi Johanna Backman e Jonas Fredriksson, hanno un approccio più oscuro, con un’elettro-industrial old school che risucchia EBM, atmosfere dark ambient un po’ Cold Meat Industry e attitudine techno-noiseggianti. Jonas indossava un passamontagna nero, molto in stile The Klinik. Le proiezioni erano in questo caso vecchi film, con un buon found footage. L’attrezzatura, rigorosamente analogica, era tutta contenuta in due valige e il palco era avvolto da una barriera fatta di pellicola di plastica trasparente. La performance è stata molto valida. Il duo ha appena realizzato Deceivers, un ottimo mini-album uscito il 29 maggio su cassetta per Beläten, importante label scandinava. Gli Alvar sono un progetto giovane e sicuramente da tenere d’occhio.
Anche i Vòlkova di César Canali e Paula Lazzarino hanno convinto con una buona performance che ha visto il duo presentare i principali brani della band argentina, ora trapiantata a Berlino. I Vòlkova hanno (anche dal vivo) un approccio minimal wave con un gusto per atmosfere elettro-post industriali. Particolarmente convincenti sono stati i momenti darkwave in cui Canali impugnava la chitarra elettrica. Canali è anche responsabile del termine Warm Wave che ha dato il nome alla serata, dato che sta realizzando una compliation di nuovi gruppi, assieme a Chris Inlaw, intitolata ironicamente proprio Not so Cold, “A Warm Wave Compilation” che dovrebbe uscire il primo Luglio per Tacuara Records.
A questo punto, è stata la volta dei Keluar di salire sul palco. Non c’è dubbio che il progetto di Zoe Zanias (Alison Lewis, ex-cantante dei Linea Aspera) e Sid Lamar (membro dei Schwefelgelb), entrambi residenti a Berlino, sin dal loro esordio nel 2013, siano uno di quei nuovi progetti responsabili della rinascita del genere e del successo contemporaneo della “nuova onda”. Il pubblico si è dimostrato molto coinvolto e attento, mente i due hanno suonato, per circa un’ora, tutto il loro repertorio, con una Zoe molto in forma e “coreografica” alla batteria elettronica e un Sid Lamar particolarmente ispirato impegnato con le sue macchine analogiche. Un live-act dark-synthwave di sicuro impatto che sta coinvolgendo sempre di più, anche grazie al carisma dei due e alla bella voce di Zoe.
Concludono la serata i veterani Twice A Man. Salgono sul palco in tre con una formazione storica: Dan Söderqvist, Karl Gasleben e Jocke Söderqvist. Il concerto è una lezione di stile che ci riporta ai fasti degli anni Ottanta con grandi classici come Decay e Collectors of stones. Al contempo, il gruppo sembra avere una gran voglia di sperimentare ancora con i propri sintetizzatori con un nuovo album in imminente uscita, da cui hanno performato un nuovo brano che dovrebbe intitolarsi Kick the Earthdrum (che potete ascoltare qui: http://www.twiceaman.com/video/KTED.mp4 ) Dopo essersi dedicati negli anni Novanta a comporre musica per film, spettacoli teatrali e performance, il gruppo sembra essere intenzionato a tornare a quelle sonorità anni Ottanta che li ha resi celebri. Fortunatamente il trascorrere del tempo non sembra aver minimamente intaccato il fascino della bellissima voce di Söderqvist, anzi… Ipnotici e coinvolgenti i Twice a Man hanno convinto in pieno vecchi fan e neofiti con un ottimo concerto.
Che dire? Una serata magnifica che ha tenuto assieme magicamente passato, presente e futuro dimostrando che, anche in un freddo giorno di pioggia in terra scandinava, un’onda elettronica brucia e arde ancora.