Pubblicato da Alessandro Violante il novembre 20, 2013
La creatura iVardensphere si destreggia egregiamente tra power noise, ambient, electronica. Beat sanguinosi e impervi vengono lanciati da miti rulli di tamburi tribali, ancenstrali, che affondano le loro origini tanti, tanti anni fa. Così l’albero di Matusalemme rappresenta la perfetta metafora del mondo antico che incontra quello moderno, dei suoni della natura che incontrano quelli delle macchine, passando per il limbo dell’electronica che viaggia sempre sul binomio umano / non umano rendendo assai difficile la scissione. E come tralasciare l’importantissima influenza psy trance che cita direttamente mostri sacri come Juno Reactor, specie quello dell’ultimo disco, così arabeggiante (così come Matusalemme e il suo albero)? Un disco incredibilmente ricco di sfaccettature per questo progetto statunitense fondato da Scott Fox e Yann Faussurier, che trova un porto sicuro nella Metropolis records e che rappresenta la perfetta fusione della visione statunitense del genere. Si parte da episodi più cupi e più ricchi di inserti electronica come in Bloodline e The doorway per poi sfociare in episodi più arabeggianti e a tratti stompy fino alle citate influenze psy trance, in particolar modo evidenti nei brani conclusivi. Un lavoro complesso ma, allo stesso tempo, molto godibile, che mette in luce la straordinaria vena compositiva del progetto, uno dei progetti più interessanti della label, che manifesta una grande ricchezza creativa e sul piano del songwriting. Una delle risposte più credibili allo strapotere europeo del genere.
Label: Metropolis records
Voto: 7,5