Pubblicato da Alessandro Violante il marzo 22, 2016
Sono passati ormai sei anni dall’uscita dell’ultimo album del canadese Iszoloscope, uno dei nomi di punta della Ant Zen, e in pochi si sarebbero aspettati questo nuovo False Vacuum, uscito pochi giorni fa per la nota label tedesca. Qui Yann Faussurier non propone nulla di realmente rivoluzionario rispetto ai suoi lavori del passato, ma di certo una cura ancor più particolare per la produzione così come un originalissimo comparto ritmico, molto distante dalle distorsioni “standard” utilizzate da molti suoi colleghi.
Due sono i principali tratti stilistici del progetto: il primo è l’eterno ed intelligente connubio tra momenti ambient / dark ambient e ritmiche durissime e telluriche disegnate con precisione chirurgica, mentre il secondo è la varietà di soluzioni ritmiche proposte, e in questo Faussurier non si pone davvero limiti, spaziando dalla techno più dritta di Chronophage (su cui, comunque, la sua rielaborazione noise è sempre ben riconoscibile) a scariche breakcore mozzafiato come quelle di Absolute and eternal moral nighttime, passando per dei ritmi veramente azzeccati e coinvolgenti come quelli di Faint negative charge, brano in cui la componente melodica viene messa in comunicazione con l’architettura ritmica in una maniera davvero eccellente.
Iszoloscope è anche capace, come ci ha sempre dimostrato e dimostra anche in questo False Vacuum, di creare dei momenti ambient / dark ambient di grande atmosfera, che rivestono importanza fondamentale all’intero dell’album. La lunga opener Awe gratitude rapture ha un andamento in crescendo, i cui suoni di matrice orchestrale sembrano rievocare un passato antico ed un immaginario in un certo senso esoterico, immaginario che ritroviamo anche negli altri due brani appartenenti alle medesima tipologia (due brani che ci fanno immergere in luoghi e paesaggi particolarmente oscuri), le due parti di Experimenting with truth, Solve (et) Coagula, una antichissima formula alchemica che gli alchimisti usavano per evolvere e rigenerare loro stessi.
Con un lavoro importante e stratificato come False Vacuum, Iszoloscope, rigenerato dopo sei anni di assenza, ripropone la sua perfetta formula alchemica in modo ancora più fluido, più preciso e, se possibile, amalgamato in maniera ancora migliore. La già citata Faint negative change ne è un chiarissimo esempio, con un motivo melodico che, vagamente accennato in apertura, entra poi con prepotenza, ed altrettanto ottima è l’entrata di un synth primordiale, quasi tribale, in Spectral inverter. Di Relevance outside logic colpiscono le pause, lo spiccato senso del groove (elemento comune a tutti i brani dell’album), le ritmiche siderurgiche e i controtempi, nonchè, anche qui, una melodia di matrice esoterica e orchestrale. Un altro passaggio geniale è quello di Vacuum metastability, in cui la ritmica distorta entra in maniera perfetta dopo essere stata introdotta da una ritmica tribale.
Ci sono tanti fattori che rendono unica nel suo genere la formula Iszoloscope: la particolarissima fusione di atmosfere ambient e dark ambient, le ritmiche particolarmente fluide e flessibili che spaziano senza problemi tra un beat techno diritto al punto ed un ritmo spezzato anche all’interno dello stesso brano e, ovviamente, il grande gusto per i passaggi melodici così come una spiccata intelligenza che gli permette di creare un dialogo perfetto tra le varie parti, che suonano perfettamente insieme, non scontrandosi mai ma contribuendo, al contrario, alla bontà del risultato finale.
False Vacuum è forse il suo lavoro più maturo: quello in cui tutti i suoi trademarks sonori hanno acquisito una totale indipendenza dallo scenario musicale di riferimento. Iszoloscope non è mai stato così “personale”.
Label: Ant-Zen
Voto: 8, 5