Pubblicato da Alessandro Violante il maggio 24, 2015
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Oggi parliamo con una delle realtà minimal synth più chiacchierate di questo momento, gli argentini Vólkova! César Canali e Paula Lazzarino hanno sviluppato, a partire dai loro esordi, una formula particolare in cui, spostandosi da una sorta di synth pop oscuro verso più lenti territori minimalisti e ritualistici, sono riusciti a creare musica originale che li distingue da molti altri artisti. Grazie a questa loro originalità, Dirk Ivens, con la sua label Daft Records, si è interessato a loro e a breve rilascerà la compilation Sangre, contenente i loro primi lavori. Parliamone con loro.
1) Ciao César, ciao Paula! Parlate ai nostri lettori della nascita del vostro progetto! Ho sentito parlare di voi per la prima volta quando Xiu vi portò a Milano, e ora, dopo alcuni mesi, mi sembra che siate cresciuti molto! Anche la Daft Records sta promuovendo la vostra musica.
César – Sì, quella della Daft Records per noi è stata una bella sorpresa. Sin da quando abbiamo cominciato, la nostra musica è cambiata molto, e di conseguenza non posso fare facilmente paragoni tra i nostri primi tre album, ciascuno di essi ha qualcosa di differente e speciale. Ora “Sangre” è una panoramica onnicomprensiva della nostra musica, arricchita da due nuovi brani che si muovono in una direzione completamente nuova.
2) Per come la vedo io, la musica dei Vólkova parla a quel che si trova dentro di noi, la interpreto come musica per l’Io interiore, musica che esprime qualcosa che può essere solo sentito, non visto. La trovo spirituale, in qualche modo. Di cosa parla la vostra musica?
Paula – Sono felice che tu veda la nostra musica in questo modo, perché penso che veicoli proprio questo, i sentimenti e i mood che non possiamo spiegare a parole: cose accadute che, a volte, non hanno una spiegazione mentale, perché provengono dalla nostra profonda interiorità o che forse sono cose contraddittorie, una sorta di battaglia tra l’anima e la mente. Penso, infatti che questo sia l’unico modo grazie al quale possiamo esprimere il nostro puro spirito.
3) Anno dopo anno, avete mutato un po’ la vostra direzione. Mi sembra che, agli inizi, foste più orientati verso il synth pop, mentre ora la vostra musica è più ritualistica e il vostro sound è più spirituale e minimal. Siete d’accordo con questo modo di vedere le cose?
César – Siamo d’accordo. Quando cominciammo a comporre Confusion is a good weapon, cercammo un risultato concreto, qualcosa di diretto e d’effetto, senza per questo rifiutare la sperimentazione, ed è quello che facemmo. Qualche tempo dopo, Trauma and dreams si mosse più in profondità. No geography solution ne è un buon esempio. Il motivo di pianoforte centrale utilizzato nell’album fu una risorsa naturale e si rivelò il perno centrale dell’album. Silent howl è qualcosa di speciale, “Howl” ha un ritmo particolare che non può essere inquadrato in un genere.
Paula – Sì, concordo, penso che connettersi in maniera profonda con le persone richieda molto tempo. Quando cominciammo a fare musica insieme, non ci conoscevamo bene l’un l’altro. Ora sento che l’atto del comporre ogni canzone è una sorta di rituale, a volte non particolarmente piacevole, ma finalmente, quando la canzone è pronta, qualcosa di noi stessi guarisce.
4) Qual è il messaggio alla base di “Confusion is a good weapon”? Cosa volete esprimere, e cosa vuole esprimere invece “Trauma and dreams”?
César – Ricordo che, durante la composizione dell’album, ci fu un bombardamento di notizie circa il conflitto armato in Siria, molte volte lessi di come gli Stati Uniti supportassero i “ribelli” contro un regime democratico. Per decenni, tutto è diventato molto strano, in termini di politica estera. Fu e tuttora è veramente difficile sapere quello che accade. Tutto questo divenne una massa di informazioni vuota e incomprensibile. Sono arrivato al punto di credere che questa confusione fosse la chiave che generasse un totale disorientamento. Se non si capisce, non si può affermare o farsi una opinione e, ancor meno, influenzare. Alla fine, tutto questo divenne un’arma potente.
Paula – Il messaggio alla base di “Trauma and dreams” è più personale, ci fu un lungo periodo contraddistinto da traumi e sogni reali per entrambi in modi diversi.
5) Quali sono le vostre influenze musicali? La vostra musica è influenzata, in qualche modo, dalla letteratura, dal teatro o dal cinema? Quando ascolto la vostra musica, trovo il tutto, in qualche modo, teatrale.
César – Dopo aver letto e riletto Jean Baudrillard, è veramente difficile esprimere qualcosa in una maniera particolare, e quei pensieri si sono infiltrati in maniera naturale nella nostra musica, elementi legati all’illusione, al simulacro, alla realtà e all’iperrealtà. Gli scrittori e gli architetti sono i grandi maestri, noi impariamo costantemente da loro. Così come molti brani non hanno un argomento specifico che li guida e hanno lunghe pause, non c’è dubbio che il cinema abbia un’influenza su di essi.
Paula – Vedo ogni brano come un film, per questo trovo interessante quando ascolti un brano e le immagini vengono evocate naturalmente.
6) Oltre ai Vólkova, César è noto per la sua attività con la Tacuara Records, una label veramente interessante che sta rilasciando musica veramente notevole: penso, ad esempio, all’album di White Christian Male (qui la recensione), che considero uno dei migliori dell’anno. Come sono cominciate le cose con la Tacuara e quali sono i piani per il futuro della label?
César – La Tacuara Records è nata in Argentina nel 2009, e, a causa della mancanza di interesse nel mio paese per quanto fatto, ho orientato tutto il materiale verso ascoltatori stranieri. Col tempo ho imparato che non c’è un manuale per fare questo e nessuno mi ha insegnato nulla. Ricordo che la prima release fu una compilation che feci dopo essere entrato in contatto con la scena musicale elettronica peruviana. Ebbe un grande successo, combinando artisti europei e sudamericani. L’idea alla base fu la creazione di un collegamento tra Europa e Sud America, e questo traguardo fu raggiunto. Tempo dopo sono seguite altre releases, grazie alla cooperazione di label tedesche e svedesi. A partire dal 2013, la situazione economica argentina divenne insostenibile, e così ora vivo a Berlino.
White Christian Male fu una scoperta inaspettata, un grande album. Per quanto riguarda il prossimo futuro, tra pochi giorni annuncerò il pre-order del secondo volume della compilation Not So Cold “A Warm Wave Compilation”, composta da 14 brani, appositamente realizzati per la release, creati da 14 artisti. Mi piacerebbe produrre molti artisti, ma sfortunatamente, per ragioni economiche, devo pensare molto bene ai miei piani futuri. La Scena è piccola e non tutti hanno i soldi per comprare dischi.
7) Dopo più di un decennio, caratterizzato dalla musica electro intesa come la sovrimpressione di diversi “livelli” musicali, con il risultato di creare una musica particolarmente complessa, ora l’electro sta recuperando le sue radici minimaliste, e un notevole gruppo di band sta abbracciando un approccio minimalista, il medesimo che, nel 1990, fu ricercato da Dirk Ivens. Non è strano che la Daft Records e la Sleepless Records stiano promuovendo realtà come la vostra o i Pure Ground (qui la recensione). Si tratta di una coincidenza o esiste un ponte tra cosa è stato prodotto nei primi anni ’90 e cosa viene prodotto ora dal vostro progetto (per citare un esempio tra gli altri)?
César – Beh, è una domanda complessa, ma forse la risposta è la più semplice: penso che la Daft Records (Dirk Ivens) o la Sleepless Records vedano del potenziale in alcune band senza guardare troppo al contesto musicale del momento. Potrebbe essere una bella domanda da chiedere loro. Per come la vedo io, c’è una crescente ondata di band, che suonano in tutta Europa e che producono album, e questo è buono, ma d’altro canto sono preoccupato su quante di queste suonino in maniera veramente simile. Questo mi fa pensare che soltanto poche di loro verranno ricordate. Ha senso che ci siano 15 band che suonano come i Lebanon Hanover? Non penso.
8) Recentemente ti sei spostato a Berlino. Quali sono le differenze tra la scena elettronica argentina e quella tedesca? Pensi che la Germania possa essere un buon contesto in cui far fare ai tuoi progetti lo step successivo?
César – La differenza più importante è che in Argentina non c’è una scena musicale elettronica. Forse puoi trovare buoni musicisti cercando tra progetti isolati, ma l’Argentina non è più quella degli anni ’80. Beh, la Germania non è il paradiso, ma di certo ci sono più opportunità di sviluppare un progetto artistico senza incappare in molte interferenze e trovandosi vicino a molti paesi. Questo è buono, vi coesistono molte culture differenti, e penso che questa sia la cosa migliore.
Paula – Non smetto di pensare alla scena argentina e a quella tedesca. Noi siamo qui, in Europa intendo, perché sembra che ad alcune persone piaccia la musica che facciamo, e così questo è il posto in cui dobbiamo trovarci per suonare, il che è la cosa che più ci diverte al mondo.
9) Come vivete la dimensione live? Preferite il processo di registrazione o la dimensione live?
César – I concerti sono il risultato delle ore spese in uno studio di registrazione. Senza dubbio, il processo di scrittura dei brani è qualcosa di molto personale, che porta molte soddisfazioni, quando le cose vanno bene. Rimanere in contatto e condividere canzoni con il pubblico nel contesto live è qualcosa di totalmente differente, le canzoni prendono vita grazie a coloro che le apprezzano. I nostri concerti sono veramente intensi, e tutta l’energia repressa che le canzoni contengono viene espulsa direttamente nel momento del live, a volte anche in maniera violenta.
Paula – Come ho detto prima, preferisco suonare live, quando César e Paula sono davvero lì, ma per noi questo è possibile soltanto dopo aver, per prima cosa, lavorato in fase di registrazione, il che, a volte, come detto da César, porta soddisfazioni e altre volte è veramente drammatico.
10) Dove la vostra musica si sta muovendo? Cosa dobbiamo aspettarci dai Vólkova nel prossimo futuro?
César- Stiamo registrando un nuovo album, la cui uscita è forse prevista per l’inizio del 2016. Ti puoi aspettare, senza alcun dubbio, il miglior album dei Vólkova. Abbiamo in mente la maggior parte del nuovo album, avrà elementi degli album precedenti, l’idea è di raggrupparle e di andare oltre.
11) Grazie per il tempo dedicatoci. Saluta i nostri lettori e invitali ad acquistare il vostro nuovo album, Sangre!
César / Paula – Grazie e sì, acquistare i nostri album, o quelli di altri buoni artisti, è sempre di grande aiuto, perché se lo meritano. Non è una questione di guadagno, è piuttosto un modo per supportarli e riconoscere il loro lavoro.