Pubblicato da Alessandro Violante il aprile 26, 2015
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Oggi parliamo con Philipp Münch, uno dei principali precursori della rhythmic industrial della Ant Zen (Synapscape, The rorschach garden, Colony collapse disorder, Ars moriendi). Parleremo di Frantic sessions (insieme a M.O.A.T.A – Omen, qui la recensione), pubblicato solo pochi giorni fa dalla Ant Zen, della rhythmic industrial, utilizzando un approccio sottoculturale ma anche musicale, e di cosa dobbiamo aspettarci da un musicista la cui produzione musicale è inarrestabile.
1) Ciao Philipp! Questa settimana la Ant zen ha fatto uscire Frantic sessions, un album che racconta la storia dei tuoi inizi come The rorschach garden, qui insieme a M.O.A.T.A – Omen. Raccontaci qualcosa di interessante che non possiamo trovare sulla pagina della Ant zen.
Sì, è vero e siamo molto felici del fatto che questo album sia stato pubblicato a distanza di vent’anni da quando la sua uscita fu preventivata. Noi (MoM e io) ci divertimmo nel registrare tutti questi brani ma perdemmo sempre più i contatti tra di noi. In quello stesso periodo, creai il progetto Synapscape insieme a Tim, che era veramente diverso, ma che, allo stesso tempo, aveva dei punti di contatto con quanto fatto con MoM, il che è la ragione per cui ho mantenuto in me l’idea della pubblicazione.
Frantic sessions contiene vecchio materiale, ma non i primi brani. Io MoM abbiamo cominciato a collaborare nel 1990. Mi aiutò col progetto Rorschach garden e io lo aiutai nel progetto M.O.A.T.A – Omen. Di conseguenza, venne fuori che insieme stavamo realizzando qualcosa, almeno inizialmente, di diverso, senza limiti. Potrebbe essere chiamato Pop, Dark Ambient, Noise, Sperimentale o Dada. La canzone “Ash Nazg” risale a quel periodo e fu l’unico brano, registrato su una cassetta C – 90, che suonò in quella maniera. In conseguenza dell’utilizzo del feedback, specialmente in quel brano, decidemmo di realizzare materiale più “industrial”, ed è quello che puoi ascoltare tu stesso ora.
2) In questo album coesistono molti stili musicali, ma c’è qualcosa che tutti loro hanno in comune: l’interesse nello sperimentare qualcosa che, quando questi brani furono composti, fu assolutamente nuovo. Ripensando ad allora, come cominciò il tutto? Quali furono gli input musicali e culturali che portarono voi ragazzi a questi risultati?
Ci siamo sempre e solo divertiti nel realizzare quello che avevamo in mente. Entrambi non eravamo persone con un gusto musicale ordinario e avevamo della attrezzatura interessante come, ad esempio, synth analogici, un computer Atari, un tavolo per il mixaggio ed un registratore DAT, e, ovviamente, molto tempo a disposizione, perché né io né lui eravamo interessati nel fare carriera. Vivevamo per il momento e facevamo quello che volevamo, solo perché lo volevamo fare e non per cercare di essere persone di successo.
Dal punto di vista musicale, eravamo molto influenzati dalla musica alternativa e dalla cultura legata alla sinistra. Forse eravamo dei Noise-Hippies, legati a molta della musica indipendente di quei tempi. La cultura mainstream non ha giocato un ruolo, eccetto il fatto che fosse l’opposto di quello che volevamo raggiungere. Non eravamo intellettuali, ma, di sicuro, membri informali del movimento “do it yourself”.
3) Mentre ascolto i testi dell’album, trovo impossibile capire di cosa parlano. Perché utilizzi linee vocali così distorte? Di cosa parlano?
Non è importante capire le parole. Ascoltando, comprenderai tutto, ed è veramente importante che salti fuori il tuo punto di vista. Questa è una delle ragioni per cui facciamo uso di distorsioni sulle linee vocali. Ti consideriamo come un essere umano responsabile di sé stesso e troverai la tua personale chiave di accesso per capire quello che facciamo. Questa musica è realizzata, in misura maggiore, per il tuo viaggio spirituale e non, semplicemente, come forma di divertimento. Ovviamente ti può intrattenere, e lo apprezziamo, ma, se vuoi, puoi ottenere molto di più dalla nostra musica.
4) Poiché sei un musicista che realizza continuamente nuova musica, qual è il principio comune che può essere trovato nei tuoi moltissimi side projects? Cosa vuoi raggiungere attraverso la musica?
La musica è vita. Io sono vivo. E’ il mio linguaggio. Non sono così bravo nel parlare. Le parole possono essere così limitate. La musica e il suono non lo sono. Il principio comune è il divertimento, la curiosità e il raggiungimento del piacere. Sto facendo musica principalmente per me stesso, e se ti piace è una buona cosa, ma questo non è il motore della mia creatività. Il risultato è la creazione. Cambia continuamente. Non lavoro mai su molti progetti nello stesso momento. Talvolta questi riposano per anni, ma di solito poi ri risvegliano.
5) Poiché uno dei nostri risultati della nostra webzine non è solo parlare della musica, ma anche spiegare il suo patrimonio culturale e sociale, puoi spiegarci cosa avvenne nei primi anni ’90 in Germania? C’è una ragione culturale dietro la creazione del nuovo suono portato avanti da label come Ant zen (o dalla Hands, come esempio tra le altre), e noto come rhythmic noise? Cosa stava succedendo nel panorama elettronico underground tedesco? E qual è la situazione oggi?
Non so se ci fu qualcosa di culturale dietro. Alcune persone ebbero idee simili nello stesso tempo, e, attraverso la Tape scene, tutti entrammo in contatto. Accadde nei primi anni ’90 e non fu solo un fenomeno tedesco, ma anche persone provenienti dal Belgio, dalla Francia, dall’Inghilterra e dall’Italia, etc etc etc… ne furono protagonisti. La ragione per cui il fenomeno è durato fino ad oggi è perché ci sono state alcune persone che hanno avuto il coraggio di produrre musica e, e questo è importante allo stesso modo, di organizzare festival e eventi notturni particolari. In particolar modo, senza il Maschinenfest (organizzato per la prima volta nel 1999), il tutto non sarebbe stato così facile. Anche il Forms of Hands e l’Elektroanschlag divennero festival importanti, realizzati da amanti della musica per amanti della musica, con un’ottica non orientata al profitto, e le cose funzionano ancora in questo modo. Forse questo è l’elemento importante per cui questa scena esiste ancora oggi. Dietro non c’è un’ottica orientata al profitto, ma valori che i soldi non possono comprare.
Tutti vedono loro stessi come parte di un qualcosa di grande, e non c’è nessuno che abbia un grande ego.
Al contrario, persone che he hanno possono essere trovate nella scena goth commerciale e, ovviamente, a loro non piacque cosa videro, quindi chiamarono “industrial” un tipo di musica completamente differente, composta da techno mal prodotta, intrisa di noiosi discorsi tratti da film o videogiochi. Anche se questa musica piace a molte persone, non m’importa e faccio quello con cui mi trovo più a mio agio.
6) In un paese in cui la musica industriale viene considerata come un genere old fashioned solo raramente seguito da ascoltatori giovani, apprezzo molto il fatto che giovani seguano la tua musica (e quella prodotta da label come la Ant zen e simili), vadano ai festival, e il fatto che molti nuovi progetti musicali vedano la luce e producano la loro musica. Cosa, secondo te, genera in misura maggiore l’interesse da parte di un pubblico più giovane?
Non ci sono così tanti giovani ascoltatori. Molte persone lo sono di meno. Uno dei motivi è che questo tipo di sound non è, di solito, il primo con cui si viene in contatto. Le persone attraversano diversi generi prima di ascoltare la nostra musica. Questo è il motivo per cui non ci sono teenager che seguono questa musica. Prima che tu ti interessi alla nostra musica, devi costruirti il tuo background musicale in altro modo. E’ una questione di scelta personale, non di hype o di moda.
In aggiunta, se stai facendo musica, hai bisogno di un po’ di tempo per maturare il tuo stile e le tue interpretazioni. La musica deve averti, ed è così che funziona.
7) Quali sono (e quali furono) le tue principali influenze musicali? Che tipo di relazione esiste tra la musica industrial e quella techno?
Principalmente preferisco la musica elettronica, invece che quella rock. Amo il suono dei sintetizzatori. Ho sempre voluto averne uno sin da quando ne ho sentito parlare. Crebbi con un background classico e studiavo violino e tromba, ma il fatto che la musica che suonavo fosse sempre quella altrui non mi soddisfaceva. Abbastanza presto, quando avevo 12 o 13 anni, cercai di realizzare musica che fosse mia. Cominciai insieme al mio fratello minore e, dopo un paio d’anni, continuai da solo finchè conobbi gli altri ragazzi degli Ars Moriendi. Quella fu la mia prima band.
Quando crebbi, persi interesse nei confronti della musica pop “regolare” e virai verso la New Wave, la musica sperimentale e l’industrial. Per nominare alcune delle mie influenze, posso citare: Psyche, SPK, Einsturzende Neubauten, This Mortal Coil, Dead Can Dance, The Cure, Joy Division, Skinny Puppy, Cabaret Voltaire.
La techno e la rhythmic industrial sono entrambi generi ripetitivi e questo è quello che, principalmente, hanno in comune tra loro. Una grande differenza è il fatto che i brani techno sono realizzati per essere mixati, mentre la rhythmic industrial è più orientata alla creazione di canzoni, con un approccio simile a quello della musica rock tradizionale. Entrambi i generi di musica hanno buone cose da offrire, ma la dimensione live, nella rhythmic industrial, è più importante.
8) Quando ti ho visto live a Milano (come Synapscape e come Philipp Münch), ho notato un dettaglio particolare: in particolar modo nel secondo concerto, hai suonato molti ritmi particolarmente groovy, ma nessuno ha cominciato a ballare. Dopo il concerto, ci ho pensato su e l’ho trovato uno strano fenomeno. Pensi che la musica ritmica in 4 / 4 sia intrinsecamente fatta per essere ballata, o no?
E’ più un ragionamento diverso: se le persone hanno la Techno nella loro mente, hanno anche dei particolari schemi molto simili a quelli altrui. Le persone ballano perché riconoscono cose. Se le persone sono interessate ma non abituate ad un certo sound, le ascolteranno ma non balleranno perché il ballo non fa parte delle loro abitudini. In particolar modo questa audience era decisamente più techno di altre. Il ballo non è necessariamente legato allo schema 4 / 4, un secolo fa era più legato allo schema 3/ 4. E’ semplicemente una questione legata a cosa sei abituato a fare e a cosa fanno i tuoi amici.
9) Pensi che le definizioni di genere possano sposarsi bene con la ricerca delle possibilità sperimentali del suono? Può la tua musica essere ancora considerata industrial in qualche modo, o questa è solo una parola old fashioned?
Va ancora bene. Alla fine è solo per dare un riferimento alle persone. Chiamala come preferisci. Se sei abbastanza curioso da scoprirla, sei il benvenuto.
10) Perché pensi che sia difficile portare questa musica (e l’interesse riguardante questa musica) nel nostro Paese? Quali potrebbero essere i motivi principali?
Nel tuo Paese c’è un po’ di interesse per questa musica, ma il tutto è underground, ma è così ovunque. Alla fine, il fatto che non sia musica mainstream è positivo, perché la mantiene onesta e vera. Credo ancora nelle anime delle persone, anche se la loro apparizione richiede il suo tempo. Facciamo quel che facciamo perché lo vogliamo, e tutto il resto è secondario. Non è una questione di semplice divertimento, andiamo oltre, così devi conoscere te stesso in maniera più profonda. Molte persone hanno paura di questo, perchè ciò implica un cambiamento nel modo di pensare, nelle loro abitudini. Significa essere responsabili di sé stessi, non puoi buttare la tua merda sugli altri.
11) A cosa stai lavorando e cosa hai in programma di fare uscire? Puoi dirci qualcosa? So che sei inarrestabile.
Il nuovo album dei Synapscape vedrà la luce del giorno quest’anno, più avanti. Oltre a quello, sto facendo molta musica, ma questa non è ancora emersa chiaramente. Ne sarai informato presto a sufficienza.
12) Grazie per il tempo che ci hai dedicato! Saluta i nostri lettori e invitali ad acquistare il tuo nuovo album!
Ciao lettori, comprate il nostro album Vi amiamo!!!!!