Pubblicato da Alessandro Violante il maggio 27, 2014
Sono passati alcuni mesi ed eccoli, in lontananza, gli echi di un disco importante, dell’ultimo lavoro in studio dei canadesi Front line assembly che, con Echogenetic, hanno cambiato nuovamente le coordinate di un genere di cui sono stati tra i primi creatori e innovatori. Di solito non si parla moltissimo dei dischi di remix o, perlomeno, non mettono di fronte alla tastiera con tanta foga ed entusiasmo, quale forse non può essere chiamata vista l’ora tarda, ma la volontà, se non altro, di omaggiare nuovamente questi artisti in una prova per nulla scontata, per nulla banale, che se da un lato si focalizza sulla rilettura, a volte anonima, a volte meno, di alcuni brani in particolare, forse i più melodici e struggenti, presenta anche e soprattutto episodi di particolare fattura di cui vale la pena parlare anche soltanto per gettare un po’ di luce su certe realtà ermergenti che stanno cominciando a ruggire nel panorama. Avrete già capito a chi ci stiamo riferendo e no, non abbiamo avuto modo di parlarne prima d’ora proprio perchè li abbiamo scoperti tardi: il duo conosciuto come Youth code che, alle prese con una rivisitazione della title-track, si riallaccia ai primissimi anni di carriera di Leeb e soci sporcando ulteriormente i paramenti sonori e distorcendoli ancor di più verso la purezza cacofonica del beat post-industriale. Sarebbe quasi oltraggioso non fare un accenno al remix operato dallo storico compositore della band Rhys Fulber che rilegge l’opener Killing grounds in un’ottica ancora più visionaria dell’originale e di gibsoniana memoria. L’altra faccia di una, bellissima e geniale, medaglia. Non mancano i nomi famosi come il sempre presente Haujobb che qui rilegge Blood, in origine cupa e dubsteppiana, così come uno dei suoi figli prediletti, il progetto Blush response (della Basic unit productions) fornisce il suo tributo alla title-track e c’è anche spazio per una parentesi drum ‘n bass new school ad opera di Slighter nei confronti di Leveled. Al di fuori del pensiero, condivisibile o meno, circa la bontà di questo disco, che lo consideriate o meno un riempitivo nella lunghissima ma fondamentale discografia della band, penso che una considerazione sia condivisibile da molti, se non da tutti. Che piaccia o no i FLA hanno cambiato le regole ancora una volta, hanno spiazzato il pubblico e hanno proposto una evoluzione che è stata immediatamente colta da artisti di valore come Aestetische in Hybridcore, per citare un lavoro di cui si è molto parlato, e che ispirerà molti altri. I canadesi si sono dimostrati ancora una volta oltre il genere, degnissimi emblemi della ricerca nella musica elettronica, piuttosto che strettamente post-industriale, e i nomi qui presenti, con i loro magnificenti e magniloquenti tributi, lo dimostrano ampiamente. Nessuno di loro si è limitato a copiare, anzi, molti hanno creato nuovi brani (e alcuni nuovi brani ce ne sono, come la groovy Contagion e la cinematografica Next war), riconoscendo ampiamente la loro grandezza. E allora perchè non riomaggiarli anche noi?
Label: Metropolis records
Voto: 8