Pubblicato da Alessandro Violante il aprile 29, 2013
Dopo avere effettuato i suoi primi passi durante gli anni ’80, l’electro-industrial all’alba dell’anno 1990 comincia a mutare pelle perfezionandosi e prendendo nuove strade che producono poi il suono dei ’90, in Europa così come negli Stati Uniti e in Canada. Questo anno riveste una grande importanza all’interno della storia del genere per molti motivi: da un lato il passaggio alla nuova decade segna un declino della formula dell’EBM in favore di un suono che da un lato si semplifica e dall’altro si moltiplica, da un lato riducendo la forma marzializzandola, dall’altra inglobando le influenze più disparate della musica del tempo. Al di fuori del genere specifico questo processo interessa la gran parte della musica alternativa, soprattutto statunitense, del periodo: si assiste infatti alla nascita, allo sviluppo e alla morte del crossover, di quella pratica di inglobamento che nel post-industrial non fa eccezzione. L’unica differenza tra quest’ultimo e la musica alt-com come viene identificata la musica alternative-commercial sta nel fatto che questo fenomeno genera nel post-industrial un cambiamento che ne cambia (in parte) le sorti per sempre. Seppure i generi moderni come l’harsh e il rhythmic noise suonino senz’altro in maniera differente rispetto ai suoni degli anni ’90, le influenze sono tante e, in alcuni casi, la tradizione si mantiene.
Se in quello che è il marasma definito sotto la dicitura Electro è possibile restringere l’analisi intorno a dei nomi, a delle carriere, a degli album particolari, allora due delle figure che impersonano in pieno questo cambiamento sono quelle di Dirk Ivens e del suo progetto Dive e dell’act canadese Skinny Puppy, i quali provengono da paesi diversi, da realtà musicali e da background molto diversi ma che, seppur così antitetici, producono lo stesso tipo di musica: electro-industrial. Se si vogliono citare due lavori, quali sono quelli prodotti da queste realtà nel 1990, senz’altro il primo è Dive (in seguito chiamato First album con varie aggiunte), il secondo è Too dark park. In questa sede non si parla, perchè sarebbe inutile e tutto fuorchè nuovo, dei dischi nei loro particolari, anche perchè molti lettori, se non tutti, li hanno bene in mente.
Quel che importa è invece cercare di analizzare il modo in cui uno stesso genere, a seconda del paese e dell’artista, possa in un anno specifico (e da lì in poi è sempre così) produrre musica completamente differente. In seguito a questa rivoluzione musicale le principali label electro-industrial degli anni ’90 come Zoth Ommog e Off beat fanno la loro fortuna inseguendo il trend e soprattutto influenzando quegli act che, nati come EBM puro (due nomi sono i Front 242 e i Nitzer ebb) cambiano il loro sound (nella suddetta logica di un artista degli anni ’90). Il concetto europeo di Electro nasce su basi differenti rispetto a quello statunitense e canadese in quanto rappresenta una evoluzione diretta dell’EBM (e, a sua volta, del percorso della musica elettronica tedesca in toto) e si articola, come ci dice la voce Electro presa dal tedesco (Wikipedia), particolarmente in tre generi: l’electro-industrial, il dark electro, di cui si è già parlato e l’hardcore electro, l’ultimo dei quali negli Stati Uniti è indicato in maniera generica come EBM. Negli Stati Uniti e in Canada al contrario le denominazioni sono molto diverse. La nascita dell’electro-industrial viene ascritta ai canadesi Skinny Puppy i cui membri ne definiscono il sound a seconda della musica di loro provenienza, qualcosa di molto vicino alla wave e al synth-pop a tu per tu con le radici della musica industriale (Throbbing gristle, Clock DVA e in particolare Cabaret voltaire, Nocturnal emissions, ma non solo).
Ne consegue che l’approccio di Dirk Ivens, all’alba della formazione dei The klinik, sia quanto di più vicino alla comprensione della formula EBM belga dei Front 242, opportunamente modificata mutando ritmi, suoni e strutture, ma rimanendo in qualche modo fedele al mood delle origini. Musicalmente, da Sabotage a Plague a Face to face, l’ultimo lavoro con Ivens, la formula dei musicisti belgi pone avanti il suono, un suono che si và sempre più distaccando dalla serrata ritmica in 4/4 e che lascia sempre più posto alla sperimentazione delle idee, supportate da una voce inconfondibile. Con la dipartita del frontman, mentre la creatura Klinik continua verso una via più elettronica e più techno grazie alla figura di Marc Verhaegen, Ivens elabora una propria teoria di come il genere Electro e in particolare l’electro-industrial debba essere realizzato. La sua idea è quella di tornare alle origini del suono, di semplificare le strutture e di appesantire, di trasformare la ritmica in un beat marziale, una musica per la fine del mondo, per l’Apocalisse, una musica mentale più che fisica, il tutto prodotto attraverso gli strumenti più scarni, come a voler tornare alle radici del suono industriale. Nasce così il progetto Dive che nel 1990 realizza il disco che porta il suo nome.
Questo debutto incarna l’idea di una volontà artistica, della semplificazione del songwriting che somiglia al gesto artistico d’avanguardia del ritorno alla tela bianca, a quello di Nam June Paik in Fluxus, Zen for film. Gli undici brani ivi contenuti suonano come se avessero la volontà di fare tabula rasa dei precedenti schemi e di riscrivere tutto da capo rispettando i seguenti criteri: suoni e mezzi scarni ed essenziali, beat marziali, monoliticità. Al di fuori di quello che ne segue negli anni a venire per quanto riguarda il progetto (che comunque mantiene sempre queste idee in maniera più o meno marcata), questo manifesto segna un punto importante di svolta di un genere che in questo anno 1990 gode del massimo splendore e vuole esprimere ciò che di meglio è possibile rendere in questa musica. L’eredità di questo lavoro nella sua forma diretta è un altro lavoro fondamentale del musicista belga, Sonar a nome Sonar che produce una scossa nel nascente universo del rhythmic noise, del quale comunque il primo episodio di Dive rivendica in un certo senso la paternità.
Questa idea nord-europea di electro-industrial non si riflette tuttavia al di fuori della sua sfera geografica, al contrario Stati Uniti e Canada creano la loro formula sulla base di una idea contraria, ovvero quella della moltiplicazione dei livelli e delle influenze operata da artisti come Front line assembly, Numb e soprattutto Skinny puppy. Qui l’idea alla base è quella di partire da svariate influenze tra cui il sampling, il synth-pop, il rock (ma con una attitudine punk), l’electro (da non confondere con l’Electro), l’ambient. I cambi di formazione, la presenza dello stesso Bill Leeb (sotto lo pseudonimo di Wilhelm Schroeder) nelle fasi iniziali, l’arrivo del tastierista Dwayne Goettel (che muore nel 1995) e i dischi sempre più avveniristici e crossover creano, al pari delle altre band succitate, un modo di intendere l’electro-industrial che trova la sua massima espressione nel disco Too dark park, uno dei massimi esempi di incontro tra sonorità industriali, wave, synth-pop e metal. Una delle influenze più importanti in questa idea di musica viene da Al Jourgensen, frontman dei Ministry, una delle più importanti band industrial metal, se non la più importante. Dopo avere ispirato anche una figura come Trent Reznor, la creatura di Nivek Ogre, cEvin Key e Dwayne Goettel dà vita alla perfetta sintesi, operando una moltiplicazione difficilmente comprensibile all’orecchio umano durante i primi ascolti. Questa idea trova futuri sviluppi nei side-project di quegli anni e in molte altre realtà.
Una di queste realtà, per molti versi affine al lavoro dei Puppy, è quella dei Front line assembly guidati da Bill Leeb e Rhys Fulber, i quali nello stesso anno confezionano uno dei dischi più importanti di quel periodo, Caustic grip, che tuttavia oggi non gode di grandissimo successo al posto del successivo Tactical neural implant, che tuttavia non esprime la stessa forza espressiva del precedente. Seppure in parte esso venga presentato come un lavoro parzialmente derivativo del lavoro dei Puppy, anche questa è considerata unanimemente una pietra miliare dell’electro-industrial canadese. Musicalmente non ha molto da aggiungere al lavoro succitato se non una quadratizzazione delle ritmiche all’interno di strutture lontane dall’indole crossover e più vicine al concetto rock puro piuttosto che all’ascolto meditato, ma allo stesso tempo molto vicine all’etica cyberpunk.
Una differenza meno evidente, ma non per questo minore, tra i due modi di intendere la stessa musica sta nell’apparato testuale. Se l’electro-industrial belga esprime liriche legate all’intelletto, al pensiero, alla mente, così come alla vita e alla morte, all’interno del contesto statunitense e canadese esse sono legate a temi come la guerra e la malattia, la vivisezione, la natura, la droga. Nel caso di Leeb e Fulber esse rappresentano mondi suggestivi cyberpunk destinati i sognatori (in un’ottica da bad trip) dell’era digitale.
L’electro-industrial europea ha tra i suoi maggiori follower, come prima accennato, i lavori più recenti delle band EBM storiche e in particolare il successivo sviluppo del dark electro. Musicisti come Plastic noise experience, yelworC, Ionic vision devono molto a Dirk Ivens, così come, in una ottica più recente, tutta la scena rhythmic noise riconosce nella sua figura un padre ispiratore di grande rispetto. Gli Skinny puppy e in particolare Too dark park fungono invece da guida per gli artisti electro-industrial della scuderia della Metropolis records, uno tra tutti Bryan Erickson noto con gli pseudonimi Velvet acid christ e Toxic coma, e così molti altri.
Tra gli artisti che vengono influenzati dagli stessi album o che negli stessi anni 0ffrono un contributo importante ci sono Mentallo & the fixer, Leather strip, Suicide commando e molti altri, solo per citarne alcuni. La lista è davvero lunga e ne parleremo in un altro momento.
Quel che è certo è che questo genere ha trova in questi due esempi due modi di coesistere in due panorami musicali così diversi ma qualitativamente così simili e lascia le porte aperte a molti futuri sviluppi.