Pubblicato da Alessandro Violante il dicembre 19, 2015
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Quello che forse non tutti sanno è che Noël Wessels, meglio noto come Dj Hidden, uno dei principali protagonisti dell’evoluzione della musica elettronica che con Directive sigla il quarto album per la coraggiosa Ad Noiseam di Nicolas Chevreux (ma il suo quinto con questo monicker) è stato, fin dal lontano 1996, uno dei nomi di punta dell’hardcore techno olandese nel duo The Outside Agency (e ci sono stati vari casi nella storia dell’hardcore di dj / produttori che hanno declinato la loro ricerca musicale su differenti lidi elettronici).
Chi ha seguito il percorso di questo funambolico musicista sa che la musica del Nostro ha sempre cercato l’innovazione di linguaggi musicali contraddistinti da regole ritmiche e musicali piuttosto strette, come ad esempio la drum ‘n bass o, in tempi più recenti, la dubstep. La darkstep e la drumstep sono solo alcune variazioni sul tema riscontrabili nel lavoro di Dj Hidden, ma il suo suono è decisamente vario ed indefinibile, e questa estrema varietà stilistica viene fuori in Directive ancor più del solito.
Dopo un album decisamente cinematografico e complesso come Enclosed (qui la recensione), complessità che lo rendeva anche di difficile assimilazione, Directive spiazza senz’altro il pubblico che si aspettava una “Parte Seconda”, proponendo un album multiforme e composto da brani tra loro molto diversi, non collegati tra loro: Directive è un album di dodici fotografie che mostrano i binari sui quali la musica elettronica, quella più, per così dire, ballabile, si potrebbe muovere in futuro, secondo il noto musicista olandese.
Quello che Directive riprende dal suo predecessore è senz’altro quella particolare produzione di matrice industriale, il che si traduce nel suono percussivo della drum machine che ricorda quello prodotto dalla percussione di oggetti metallici, lo stesso suono che troviamo in tutti i lavori dei quali si è occupato, uno su tutti l’ottimo Zeit (qui la recensione) dei 16pad Noise Terrorists uscito l’anno scorso per la Hands Productions. Oltre a questo, tipico di Dj Hidden è il suo particolare modo di costruire assalti sonori mescolando la velocità e l’incisività dei tempi hardcore con la duttilità delle ritmiche drum ‘n bass e dubstep (includendo tutte le loro possibili evoluzioni), nonché il mai assente gusto sopraffino per le melodie, che nelle sue composizioni non mancano mai.
Sono proprio i brani più tirati e più vari quelli in cui si riconosce il suono del precedente Enclosed: In my blood e Street control, nonché l’ottima collaborazione con MC Coppa, The Hour, quest’ultima una interessante fotografia dell’evoluzione del rapporto tra vocalism e ritmiche di derivazione drum ‘n bass, che il genere si porta dietro praticamente da sempre.
La grande bontà del lavoro del Nostro risiede qui nella creazione di brani che, rispetto al lavoro precedente, non faticano a rimanere conficcati in testa, seppure le loro costruzioni non siano mai banali: i controtempi sono frequentissimi, il perfetto bilanciamento tra melodia e ritmiche è sempre presente e mai noioso. La varietà di stili è impressionante: si va dal ritmo tarantolato del velocissimo remix di You’re not real, uno psicotico rework al fulmicotone di un suo vecchio brano, alla strizzata d’occhio al trend mid tempo-electro di Poltergeist, passando per la conclusiva Anathema, un brano bellissimo che esibisce gusto dub-qualunque cosa, breakcore sopraffina, melodie retrò, scratch assortiti e pulitissime tirate hardcore, una sorta di entusiasmante summa dell’intero lavoro del Nostro.
Nel mezzo ci sono le tirate hardcore techno, mescolate a momenti in mid tempo, della solare (soprattutto grazie alla spiazzante melodia che corre sullo sfondo) Once upon a time in Porto, ma anche il sapiente mix tra drum ‘n bass frammentata e chitarra acustica di In formation, la classicissima tirata drum ‘n bass – comunque riletta in chiave Dj Hidden – Arctic (questa in collaborazione con i Landscapers), il bellissimo mid tempo di Polar perspective sul quale svetta una pregevole costruzione pianistica, l’accattivante Canadian Dropzone, che parte sommessa per poi salire sempre più verso un climax dall’altissimo potenziale danzante, e Crowd mover, cavallo di razza dubstep di primissima scelta.
Una promozione a pieni voti per Directive di Dj Hidden quindi, un lavoro molto particolare costantemente in grado di stupire l’ascoltatore più smaliziato e più musicalmente aperto. Il Nostro qui dimostra di aver raggiunto una grandissima maturità compositiva così come una particolarissima versatilità niente affatto comune nel panorama elettronico. Directive è uno dei dischi più interessanti in ambito elettronico tra quelli usciti in questi mesi.
Label: Ad Noiseam
Voto: 8, 5