Pubblicato da Alessandro Violante il aprile 9, 2016
Cosa aspettarsi da un disco di Dernière Volonté nel 2016? Geoffroy Delacroix con Prie Pour Moi ci consegna l’ennesimo tassello dell’evoluzione della sua creatura: da Obéir et mourir del 1998 ad oggi, l’artista francese è sempre riuscito a mantenere vivo l’interesse verso il suo personale registro marziale e neoclassico. A partire dalla svolta del 2003 con Les Blessures de l’ombre e soprattutto con il successivo Devant Le Miroir del 2006, DV ha incamerato progressivamente elementi minimal synth, pur senza perdere mai un certo pathos e un’attitudine neofolk che ha sempre contraddistinto i suoi lavori.
Geoffroy D sembra aver fatto tesoro della sua esperienza con Pierre Pi nel suo duo minimal synth Position Parallèle, uno dei più interessanti act contemporanei che si sono cimentati con un approccio cold wave classico. Prie Pour Moi contiene diversi brani in cui tale approccio ben si sposa con contaminazioni synth: sia chiaro, qui non ci si dimentica affatto della visione esistenziale, pregna di “romanticismo oltranzista” europeo, che ha sempre contraddistinto il percorso artistico di DV, anzi… anche con quest’ultimo disco (all’inizio annunciato come la fine del progetto), Dernière Volonté rimane spiritualmente vicino ai Death In June e ai vecchi Der Blutharsch, avendo però un approccio personale e riconoscibile che lo differenzia dai molti epigoni del genere. Voce, arrangiamenti e melodie qui rielaborano quanto fatto da Devant Le Miroir in poi (Si ascolti l’ottima Je Serai Toujours). Esemplificativo del tenore del lavoro è il brano Les Rêves de Dorian, anticipato dall’oscuro intro Ténèbres, tra tamburi mid-tempo, riverberi e tastiere enfatiche, cui si accompagna un cantato deciso e marziale, adrenalinico, che nella successiva Sans Fin ha il suo perfetto contraltare melanconico e rassegnato.
I precedenti album Immortel e Mon Meillieur Ennemi aprivano a momenti synth-pop in cui la tensione romantica e marziale di Devant Le Miroir si stemperava in momenti catchy di facile presa, mentre qui si ritorna (almeno in parte) all’equilibrio tra momenti martial ed epici e romantiche melodie su cui scorrono fotogrammi di un film in bianco e nero che mostrano oscuri presagi di un mondo oramai scomparso, tra Pierre Drieu La Rochelle e Guillaume Apollinaire. Prie Pour Moi, il brano che dà il nome all’album, è un brano di struggente malinconia e bellezza, una sorta d’organo da chiesa che celebra una cerimonia funebre per il mondo moderno mentre si cammina tra le tombe e le rovine. Tutto il disco sembra ruotare attorno alla ricerca spirituale di un’uscita dalle tenebre esistenziali che ci circondano.
Certo non mancano incursioni in un ispirato synth wave con brani come A Bout Portant e Je N’avais Pas Compris, o virate decise verso il dark synth pop di Petit Soldat e Après Nous (con i suoi cori femminili nel finale), che riecheggiano anche un certo cantautorato francese che riaffiora a tratti (Le Premier Souffle) come influenza sotterranea del lavoro di Geoffroy D.
Prie Pour Moi non stupisce e non innova rispetto a quanto fatto sin qui dal musicista francese, ma è un album molto riuscito, anche rispetto ai precedenti Immortel e Mon Meillieur Ennemi, un disco ben bilanciato che raffina il sound inconfondibile di Dernière Volonté, regalandoci un lavoro ispirato e a fuoco con brani melodici e coinvolgenti, mai scontati. Siamo davanti all’ennesima prova che non scontenterà i fan del progetto che hanno apprezzato la svolta synth wave, qui arrivata finalmente alla sua piena maturazione e al suo equilibrio con l’oscuro romanticismo del Nostro.
Label: Hau Ruck!
Voto: 7.8