Pubblicato da Alessandro Violante il novembre 16, 2014
Non capita certo tutti i giorni di trovare una cover artwork così particolare in un genere generalmente etichettato come “oscuro” come l’electro e, in generale, l’industrial. Per avere qualche precedente bisogna tornare indietro fino a 20 jazz funk greats dei Throbbing Gristle, forse.
Ad ogni modo, i due album precedenti dei Der Klinke, belgi e autori di un minimal wave dalle tinte electro, mantenevano, anche visivamente, lo stereotipo gotico, mostrando foreste (nel primo album) e lugubri case abbandonate (nel secondo). In The gathering of hopes, invece, sono fotografate delle persone. I bambini e i ragazzini immortalati nella cover rappresentano la speranza per un mondo migliore, l’antidoto all’oscurità (nel senso più ampio del termine) in cui viviamo in questi giorni. Del resto, anche il Belgio sta sentendo gli effetti della crisi, e se ne parla sempre di più. Come ci insegna la storia di questa musica, il disagio è un’arma e una spinta fortissima a produrre musica di questo tipo, non tanto per esorcizzare quanto per illustrare, figurativamente o meno, cosa si stia provando / passando e, soprattutto, per spingere, scioccando, al cambiamento.
Dal punto di vista musicale, non fatevi ingannare dalla presentazione: le carte del gruppo sono sempre quelle e sono sviluppate ancor meglio in quello che è il disco che li porterà definitivamente all’affermazione nel mercato del genere old school minimal wave: voce possente e rigorosamente non effettata, tastiere particolarmente presenti e dedite alla tessitura di trame distopico-apocalittiche, un approccio quadrato alla composizione, quasi rock, incentrato sui mid-tempo (se escludiamo la opener We are here) e le conclusive sperimentazioni old fashioned ma molto interessanti come, una su tutte, A tale from the crypt, una produzione non propriamente cristallina, molto legata ai dischi degli anni ’80 e un alone EBM che ricorda i vecchi album di alcuni loro connazionali come gli A split–second di Ballistic statues.
Il brano che meglio esprime questo paragone è Follow me, ma anche la già citata A tale from the crypt. We are here è quasi post-punk / darkwave, The doll è il primo singolo estratto, già rilasciato nel 2013, un interessante brano wave dalle tinte oscure, ma un po’ tutta la prima metà del disco viaggia su queste coordinate, Old fashioned con stile e senza grandi pretese. La seconda metà presenta, appunto, gli episodi già citati, Facts of life (che è quasi early EBM di matrice belga) e la cupa Feeling sad (R.I.P), costruita intorno ad uno struggente giro minimalista di tastiera.
Il messaggio di fondo che emerge è che comunque, di fronte alle avversità della vita, i bambini e i ragazzi rappresentano la speranza di un futuro migliore. Da qui, appunto, il titolo The gathering of hopes. Non a caso, la title track, seppure nelle sue tinte dark, è un brano tutto sommato positivo in cui ognuno esprime la propria speranza (the gathering is so close). I Der Klinke si fanno portavoci di un messaggio importante e universale.
Label: Echozone
Voto: 7,5