Pubblicato da Alessandro Violante il febbraio 21, 2015
C’è più di un semplice legame tra l’arte del famoso artista polacco Zdzisław Beksiński e il musicista italiano Dark frame, famoso in particolar modo per le sue opere d’arte di ispirazione surrealista ascrivibili a quel filone che alcuni critici definiscono come utopian art. L’artista polacco è, in questo contesto, considerabile un’artista postindustriale per via delle sue surreali tele. Ad un livello più dettagliato, il musicista condivide con l’artista la volontà di non dare un nome ai propri lavori: da qui nasce il semplice utilizzo della numerazione romana.
Volume I e II sono due lavori per alcuni aspetti legati tra loro, ma non per altri. Lo sono perchè, per quanto riguarda la numerazione, il primo volume contiene i brani dall’ I al V, mentre il secondo quelli dal VI al IX, non lo sono per quanto riguarda la fonte di ispirazione dell’artista e, quindi, per quanto riguarda i semi-concept che li riguardano, e anche per quanto riguarda le sonorità utilizzate.
I contiene cinque spaccati, cinque tele musicali che il musicista dipinge e inserisce all’interno delle cornici, le cornici oscure dalle quali trae il suo monicker. E’ facile pensare che la visione delle opere dell’artista polacco da parte di Dark frame gli abbia ispirato, a sua volta, delle visioni, degli scenari che poi ha messo in musica. Si tratta di una sorta di surrealismo di secondo grado: le macabre e irreali, utopico-distopiche visioni scaturite dalla mente dell’artista genialoide stretto nella morsa della sua personalità schiva vengono liberamente rilette e reinterpretate dalla mente del musicista, che poi ne fornisce una sua interpretazione. In questa sua mostra monografica, il musicista ci fa vivere un percorso di matrice ambient oscura e opprimente che ci fa immaginare visioni surreali e contorte, irreali, frutto della nostra mente. Si tratta di un percorso in cui, al di sopra del substrato ambient, si alternano inserti di vario tipo, claustrofobico-rituali in I, naturalistico-meditativi in II, spacey-astrali in III, di nuovo meditativi e dissonanti in IV, naturalistico-sci fi in V. Il quinto brano rappresenta una sorta di liberazione, il termine di un viaggio negli oscuri meandri della psiche (perchè il surrealismo è legato a braccetto con la dimensione dell’inconscio), l’antitesi del respiro affannoso in II.
II è sì legato a I, ma il songwriting di questi quattro brani muta drasticamente la fonte di ispirazione: questa volta ci si concentra sugli astri e sullo spazio aperto (un elemento vagamente presente già in II), ma qui radicalmente diverso e meno claustrofobico. Poichè il musicista è interessato a generare panorami mentali, l’ambient è ancora presente in VI, ma non in maniera opprimente. Questo brano gioca con l’IDM per evocare uno stato di inquietudine, quella stessa che stabilisce i rapporti tra i corpi celesti, un continuo mutamento di cui a volte dimentichiamo l’esistenza, così presi ad osservarli da lontano. E’ una specie di tempesta in cui le trame sintetiche si incontrano e si scontrano continuamente. VII gioca su un dualismo minimalista / dissonante, laddove la ripetizione induce alla riflessione sull’Infinito dello spazio cosmico e sui rapporti che lo regolano (e che quindi ci regolano), facendoci rimanere in silenzio, mentre la dissonanza ci fa immaginare la complessità delle suddette relazioni. VIII mira a stabilire un ponte tra le dinamiche relazionali tra i corpi celesti e una dimensione filosofico-contemplativa anche grazie ai giochi effettuati sui suoni, che trasmettono un senso di retro. IX torna ad esplorare territori ambient oscuri, angoscianti e ripetitivi sui quali si staglia una dichiarazione del generale della Seconda Guerra Mondiale George Smith Patton, il quale incita i soldati. Nelle parole dure del generale c’è una critica da parte del musicista.
I e II sono due lavori distanti e, allo stesso tempo, inscindibili, autonomi nelle loro influenze e nei territori percorsi, due facce della stessa medaglia, quella di Dark frame, nove tele musicali pronte per la mostra monografica del musicista/artista, sempre udibile nelle vostre orecchie, senza orari e giorni di chiusura. Mettete su il disco e lasciate viaggiare l’immaginazione.
Label: Xonar records
Voto: 8