Pubblicato da Alessandro Violante il agosto 30, 2015
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Viktor Elander, in arte Claus Fovea, è un musicista svedese che si muove in ambito minimal-synth/EBM. Originario dell’isola di Gotland e ora residente a Stoccolma, l’artista ha all’attivo due cassette e un CD-R autoprodotto, intitolato 50 Min, che contiene una session elettro-ebm ipnotica della durata effettiva di 50 minuti. La prima cassetta, rosa e senza titolo, è del 2013 e raccoglie alcuni brani dal suo vecchio progetto Pluto, mentre la seconda, intitolata Into This World, è del 2014, e presentava sei brani inediti.
Cyanide è il suo primo 7″ ed è uscito nell’estate del 2015 per Sham Recordings in un’edizione numerata di 70 copie e in una successiva seconda edizione di 200 copie, andate entrambe subito sold out. Il lavoro si muove tra suggestioni elettro-minimali ed EBM decisamente old school (The Klinik, primissimi Front 242, Cabaret Voltaire del periodo The Crackdown, ecc), trovando punti di contatto e affinità con quanto fatto oltreoceano da gruppi emergenti come i losangelini Pure Ground. Non è un caso che l’artista svedese abbia aperto proprio il concerto del duo americano nella data di Stoccolma.
Il primo brano del 7” Cyanide, sin dal titolo si presenta come un velenoso connubio tra melodie alla Absolute Body Control e grinta alla Front 242 del periodo di Geography, con un brano che non ha assolutamente nulla da invidiare a molti gruppi americani, che ora sono tornati a cimentarsi con un genere che nei paesi del nordeuropei e, soprattutto in Scandinavia, gode già da molti anni di un vastissimo seguito. Claus Fovea, qui (come dal vivo), mostra un mordente ed una grinta ammirevole, realizzando un brano caustico quanto minimale ed essenziale che ci trasporta negli anni Ottanta più alternativi e sintetici, in sale da ballo fumose in cui androginia, spirito queer ante litteram e vestiti neri la facevano (e la fanno ancora) da padroni.
Il secondo brano del lavoro, King Ludd, rallenta la battuta e vira verso lidi dark minimal synth alla The Klinik. Il pezzo prende il nome dal leggendario Ned Ludd, personaggio ispiratore del movimento luddista, eroe ottocentesco del proletariato che, in uno scatto di rabbia, distrusse un telaio meccanico. È proprio il tema della rivolta contro la macchina, che anima da sempre un certo spirito anarchico paleo-EBM, che si ritrova perfettamente in linea con lo spirito ed i movimenti di un personaggio come Claus Fovea: Viktor non si arrende alla macchina, ma ci danza assieme. Sicuramente si tratta di un’artista da tenere d’occhio, siamo in attesa di vedere cosa avrà da offrirci in futuro.
Voto: 8
Label: Sham Recordings