Pubblicato da Alessandro Violante il ottobre 19, 2015
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Eccoci a parlare di un altro fenomeno musicale nato su Soundcloud, una piattaforma che permette a tanti ragazzi di far conoscere la propria musica, fenomeno che poi è stato notato dalla nostrana EK Product, che ha prodotto il loro debut album. Stiamo parlando di Karma dei finlandesi Bodykomplex, un duo composto da due ragazzi “mascherati”, Kris ed Olaf, dedito alla classica ricetta old school EBM che tanti prima di loro hanno cucinato, e fin qui nulla di nuovo.
Quel che però solo all’apparenza appare come un lavoro monolitico e ripetitivo (come del resto una buona parte delle produzioni del genere), è in realtà un prodotto piuttosto interessante che magari non passerà alla storia, ma che si farà apprezzare dagli appassionati, soprattutto dai nostalgici. Quel che penalizza il duo è la produzione: i beat, infatti, hanno un suono spento che scarica i brani di tutta la loro carica esplosiva.
Karma è un album che, per essere compreso a pieno, necessita di numerosi ascolti, proprio per via del suono delle ritmiche che lo fanno apparentemente sembrare un esercizio piuttosto debole. Ascolto dopo ascolto, dopo un iniziale tentennamento, cominceranno ad emergere una serie di tratti peculiari che lo renderanno un prodotto decisamente sopra la media del genere: basti pensare alle trame melodiche sintetizzate dal sapore vagamente synth pop, anche se spesso striminzite, in cui talvolta riecheggiano atmosfere tipicamente nordeuropee, come in Neuvoa antavat, Häkkilintu e Tragedia petoksesta, e a quelle che invece guardano ad Oriente, come in Kumipuku, Tee se itse mies e Selviytyjät. Quest’ultima, in particolare, è la canzone migliore del lotto, quella che si differenzia dalla struttura classica old school, contraddistinta, oltre che da una melodia di ispirazione orientale alla quale viene data maggiore spazio rispetto agli altri episodi (grazie ad una pausa dal beat incessante), da interessanti variazioni ritmiche.
Questo episodio non sarà certo quello che li consacrerà alla scena del club, nonostante tutti i brani dell’album siano potenziali hit perfette per la dancefloor, ma piuttosto la successiva Karman laki, che ha suoni piuttosto differenti, più “pompati” e che si presta particolarmente alla pratica dello stomping. Un altro episodio piuttosto interessante è Häkkilintu, in cui è possibile ascoltare metriche vocali di ispirazione rap.
Nonostante la presenza di tratti distintivi e di sprazzi creativi tenuti un po’ nell’ombra per non scontentare i fan del suono duro e puro old school, l’album scorre via veloce, forse anche troppo, mettendo in mostra ben quattordici brevi brani della durata di circa tre minuti e mezzo l’uno perennemente sulla linea del 4 / 4, che spesso schizzano via velocemente, come l’opener Kela e Kumipuku, ed altri più lenti e genericamente definibili come uptempo come gli ottimi Selviytyjät e Neuvoa antavat (quest’ultimo evidenzia l’ironia e la spensieratezza dei loro testi e, in generale, della loro proposta, arrivando a campionare un rutto, forse dovuto all’ennesima lattina di birra bevuta).
Sebbene i testi siano difficilmente traducibili anche con un traduttore, parlano di esperienze quotidiane di vita, sempre con un approccio divertente, senza mai prendersi troppo sul serio. Quando ci si trova davanti ad un album di old school EBM della durata complessiva di poco più di mezz’ora, la conclusione che se ne trae è sempre la medesima: si tratta di una buona realtà come molte altre, anche all’interno dello stesso roster della label, ma quante di queste riusciranno a creare un suono più personale nelle successive releases? Senz’altro, però, i Bodykomplex (pur non volendo essere, per loro stessa definizione, complex) hanno realizzato un album onesto e gradevole, divertente e, soprattutto, orientato alla dimensione live e a quella della serata danzante.
Voto: 7
Label: EK Product