Pubblicato da Alessandro Violante il settembre 30, 2014
Oggi vi parliamo di tre ristampe di storiche realtà ascrivibili al genere minimal synth / synth pop degli anni ’80, tre realtà che hanno evidenziato, nei loro brani, una particolare volontà creativa che, partendo dalla new wave, avrebbe ispirato moltissimi artisti successivi. L’operazione è stata svolta dalla label tedesca Anna Logue Records di Marc Schaffer, la cui mission parla molto chiaramente: l’intenzione è il recupero e la conseguente riedizione di lavori ormai dimenticati, introvabili e quindi considerati oggetti da collezione pagati fior di quattrini. Quale migliore operazione per renderli accessibili a tutti? In questi anni, inoltre e non a caso, il genere sta tornando prepotentemente con molte nuove realtà, e la label qui, come si suol dire, cade a fagiolo. Anna Logue Records, insieme a Electro Aggression Records, costituisce la label NADANNA, di cui abbiamo parlato recentemente a proposito del debut dei greci 23rd underpass, ma soffermiamoci su queste tre realtà e sulla musica contenuta in queste release.
Il lavoro dei neozelandesi Car crash test, nome d’arte del duo David Bulog e Nigel Russell, consiste in un electro pop mescolato ad un minimal synth d’annata che fotografa gli anni di attività del progetto (i primi ’80) in otto brani, alcuni strumentali, altri cantati. La produzione, il mood ed il sound riecheggiano l’epoca new wave con una certa nostalgia. Traspare l’inventiva e la cura maniacale per strutture atmosferiche e si passi il termine, sognanti.
Quella stessa nostalgia è ben presente anche nei lavori del duo scozzese Final program che propone un minimal synth misto ad un sound new wave particolarmente ispirato e sperimentale, alternando episodi più vicini alle grandi realtà inglesi di quegli anni a chicche strumentali da tramandare ai posteri, presenti soprattutto nel lato b della cassetta. Richie Program e Anne Droid sono pseudonimi di sicuro effetto e di altrettanta sicura memorizzazione, che fotografano il momento avventuroso nel quale i due si mossero nella loro esperienza dei primi anni ’80. Successivamente, dopo aver sciolto il progetto, entrambi hanno proseguito la loro carriera in altri innumerevoli progetti di cui non parleremo in questa sede. Seminali, sperimentali, essenziali.
L’ultimo coniglio pescato dal cilindro della label tedesca è il trio americano formato da Aret Madilian e dalle vocalist (e non solo) Julia e Teresa Kubat. A dispetto della loro provenienza, il sound proposto in questi due brani è tutto fuorchè statunitense: teletrasportati nelle calde terre arabe, nello specifico nel desero del Sahara, questi hanno una forte influenza orientaleggiante e, ovviamente, sperimentale. Episodi complessi e strutturati che negli anni ’80 funsero da ispirazione per molte realtà a seguire. Una finezza compositiva e un’atmosfera con pochi eguali avvolgeranno i padiglioni auricolari di chi saprà leggere con le orecchie di oggi una musica che non ha ancora smesso di ispirare il presente e che, per alcuni versi, regge molto bene il confronto con le realtà attuali.
Analogica fino al midollo, la Anna Logue prende i suoi ordini alla vecchia maniera, tramite l’invio di email, e la musica promossa rispecchia molto bene il mood generale in cui Schaffer si muove. Finchè continuerà a proporre ristampe di questo livello, questa realtà avrà sicuramente la nostra attenzione.
Voto complessivo: 8
Label: Anna Logue records