Pubblicato da Alessandro Violante il agosto 10, 2015
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Dalla fredda Svezia continuano ad emergere calde ed interessanti realtà in ambito elettro-synth-post industrial. Sotto la sigla warm wave (ironico rovesciamento del termine cold wave che, ricordiamolo, aveva all’origine un’accezione negativa) potremmo catalogare gli Alvar, duo stoccolmese composto dai coniugi Johanna Backman e Jonas Fredriksson. La loro proposta consiste in una cupa elettro con contaminazioni EBM. La musica degli Alvar, inoltre, non disdegna affatto cupe atmosfere alla Cold Meat Industry e ipnotiche frequenze angstpop alla Haus Arafna, tanto per completare il quadro.
Il loro primo mini album Deceivers è uscito su cassetta per Beläten il 15 giugno 2015 ed è andato subito sold out nel suo formato fisico, pur rimanendo disponibile nell’aleatorio ma persistente formato digitale. La piccola label di Thomas Martin Ekelund (eccezionale talent scout anche conosciuto per il suo ottimo progetto ritual industrial Trepaneringsritualen) è oramai una un punto di riferimento. Nel giro di pochi anni di attività, Beläten è divenuta una delle migliori label indipendenti in ambito post industrial, noise, dark ambient, elettro-minimal, etc, puntando molto sulla contaminazione tra i diversi micro-generi che compongono il complesso e variegato scenario post industriale contemporaneo. Sicuramente gli Alvar sono stati un ottimo acquisto per la già ricca scuderia della label svedese.
Il nome del progetto deriva da Stora Alvaret, una desolata pianura sull’isola di Öland, in Svezia, che si narra essere frequentata da un misterioso spettro chiamato proprio Alvar. Si tratta proprio di una musica spettrale che rimanda ad una sorta di hantologie (Come scriveva Jacques Derrida in Spettri di Marx), ossessione fantasmatica per qualcosa che non smette di ritornare. Basta ascoltare un brano come Shadows per rendersene conto. Urla campionate su una base elettro ripetitiva e ossessiva che riprende i migliori e più classici The Klinik. Non è un caso che Jonas dal vivo sia solito indossare un passamontagna nero, quasi in omaggio al pioneristico progetto di Dirk Ivens e Marc Verhaeghen.
Turn Away In A Passive Decision, brano che apre il mini album cita nel titolo il testo di un brano dei The Sister Of Mercy, l’elettrica wave di Adrenochrome, ma in realtà si tratta di una sferzata elettronica che cresce come una pianta carnivora su di uno sfondo horror electronics prima di lasciare spazio alle cupe angosce technoire e alle urla campionate di Shadows. Clangori metallici e ipnotici e persistenti ritmi elettro-EBM la fanno da padrone in Kicking Tears, mentre in Biotope ritorna ancora lo spettro dei The Klinik. Portrayal of The Trauma And Degeneration prende il nome dall’inizio del testo di Decades dei Joy Division ed è assieme a Shadows e The Gate uno degli episodi migliori di Deceivers. In questo brano, molto vicino alle ottime session live del gruppo che abbiamo avuto modo di vedere, il duo riesce a coniugare una dimensione elettro con pulsioni quasi techno, un po’ alla Silent Servant. La cupissima The Gate chiude efficacemente il tutto con lamiere industriali percosse, giocando su di una tensione che monta progressiva accompagnata da un’angosciante musica da film horror che si erge incombente su ritmiche elettro-minimal pervasive, ossessive ed efficaci.
In conclusione, si tratta di un ottimo lavoro d’esordio per un progetto dalle molteplici potenzialità. Anche in sede live il duo si è dimostrato capace di giocare efficacemente sulle contaminazioni pur mantenendo una base old school chiaramente riconoscibile. Di sicuro lo spettro degli Alvar merita di essere seguito nelle sue possibili varie e multiformi evoluzioni ed apparizioni future.
Label: Beläten
Voto: 8