Pubblicato da Alessandro Violante il ottobre 9, 2015
Click here to read this review in english!
I romani Halo Effect tornano sulla scena con un nuovo album dopo tre anni dall’ultimo Recoding uscito per la EK Product. Life is perfect segna il passaggio alla label sorella Space race records, quest’ultima più legata a produzioni electro moderne e di impostazione melodica, con mai celati influssi synth pop.
Ben sedici brani la maggior parte dei quali pensati per rendere al massimo nella atmosfera della dancefloor alternativa: produzione pulita ad opera del fido Rob Early (noto per essere attivo nel progetto Retrogramme), voce melodica che spesso strizza l’occhio a Dave Gahan, ritmi molto spesso sostenuti e una giusta dose di suoni, senza mai esagerare ma senza, allo stesso tempo, suonare minimalisti. Questo è il biglietto da visita degli Halo Effect, realtà particolarmente stimata nei territori nazionale ed internazionale.
Questo loro ultimo album presenta ben sedici brani ognuno dei quali gode di una propria personalità, anche se il filo rosso è sempre comune: gli anni ’80 e, soprattutto, i Depeche Mode, che emergono forse un po’ meno nei brani più veloci come Hardcore, l’ironica Teddy boy (che recupera alcuni clichè del genere), Dancing light e anche Among the flowers, influenza musicale anche qui comunque riscontrabile. E’ nei brani più lenti e di ispirazione meno electro che, tuttavia, le influenze saltano subito all’orecchio: Defeated, My mistakes, White flag e Again sono gli episodi che meglio rappresentano il loro trademark, quel suono che, avvicinandoli ai loro idoli, in un certo senso li libera da una schiavitù sonora electro che, negli episodi più diretti, li accomuna a troppe band dello stesso genere, spesso anche della stessa label.
Ecco allora che, sebbene ci si trovi di fronte ad un ascolto ben più che gradevole, si ha la percezione che forse non tutti i brani siano fondamentali ai fini della definizione, da parte dell’ascoltatore, del suono dei Nostri. Tirando le somme, egli, non a caso, reagirà al disco andando incontro all’effetto alone, prendendo in prestito il nome della band: la percezione di Life is perfect e del gruppo verrà influenzata da una manciata di pochi tratti comuni, in quanto basteranno questi ad ottenere una visione d’insieme. Questi tratti sono Again, My mistakes, Teddy boy, Hardcore, The game of life.
Dal punto di vista dei testi, si tratta di una sorta di concept album sul bicchiere mezzo pieno: sebbene la vita talvolta ci metta a dura prova, questa è un gioco le cui regole sono semplici: ci sono momenti migliori e peggiori, ma essa va presa come un equilibrio tra forze contrapposte, ed il disco è permeato di riferimenti alla semplicità dell’uomo, alla tendenza nel commettere errori, alla solitudine, all’analisi dei lati del proprio carattere (bene e male come forze antitetiche). Nonostante tutto, e questo è il messaggio, la vita è perfetta così com’è, perchè volenti o nolenti tutti noi, nessuno escluso, vive in questa maniera. Come in Among the flowers, la vita va vissuta semplicemente e consci di questo meccanismo, come persone semplici, che vivono il proprio percorso che è fatto di vita ma, ovviamente, anche di morte. Un lavoro che non rivoluzionerà il genere, ma comunque più che discreto.
Voto: 7, 5
Label: Space race records