Pubblicato da Alessandro Violante il agosto 14, 2015
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L’artista americano Joey Blush, trasferitosi di recente da New York a Berlino, è un valido esempio di fruttuosa connessione tra pulsioni techno e suggestioni industrial-EBM nello scenario della musica elettronica contemporanea. Sotto pseudonimo di Blush Response, il musicista ha all’attivo tre album: We Are Replicants (autoprodotto), Tension Strategies (Basic Unit Productions – label di Haujobb – / Tundra) del 2013, Desire machines del 2014 (per la Desire records), più svariati singoli, remix ed EP.
Nel luglio 2015 è uscito il suo nuovo 12″ EP, Future Tyrants per la celebre label berlinese Aufnahme+Wiedergabe, confermando lo stile e la classe dei precedenti lavori con quattro nuovi pezzi inediti in cui il Nostro spinge l’acceleratore lavorando molto sulle strutture ritmiche con un sound design particolarissimo che Blush riesce a portare magnificamente anche in sede live con un buon connubio tra synth distorti e battiti elettro-techno. Siamo in presenza di un dancefloor post-apocalittico (un po’ stile Ancient Methods, suo compagno di label). Un sound post-techno elettro-industriale, deciso e senza compromessi di sorta. Blush è un profondo conoscitore della materia e un ardito sperimentatore con le sue batterie elettroniche (Roland TR8) ed i suoi sintetizzatori modulari (Un Intellijel Shapeshifter con WMD synchrodyne e KOMA SVF-201). Egli, infatti, ha sviluppato un ottima tecnica per suonare sia in studio, sia in sede live ed il risultato si fa apprezzare anche nel suo ultimo EP.
All’incedere pesante dei battiti decisi che aprono Civilian Slaughter fa da contraltare il crescendo di un suono elettro che progressivamente viene attraversato da scariche di suoni distorti ed effettati che crescono impazziti su se stessi saturando lo spettro sonoro prima di autodistruggersi bruscamente, lasciando il passo alla pulsione techno EBM, dal ritmo deciso ed efficace, di Future Tyrants. Anche qui gioca un ruolo preminente la ricca stratificazione dei suoni che si erge su un tappeto di voci campionate, indistinguibili a causa della distorsioni impellenti. Il tutto si amalgama in un suono unico in cui macchina ed essere umano diventano una cosa sola. Prolegomeni di un futuro tecnocratico totalitario che incombe o dancefloor da giorno dell’apocalisse?
Girando lato del vinile aumentano i BPM con una cassa dritta che non lascia scampo. In Seven Rays il suono sembra costruirsi per poi autodistruggersi, incalzato da un battito violento da cui sembra impossibile scappare: una perfetta colonna sonora per una dimensione techno neo-cyber punk aggiornata ai giorni nostri. Anche qui come in Civilian Slaughter i suoni sembrano lottare contro se stessi, in una sfida verso l’annichilimento reciproco. Fenix, come suggerisce anche il nome, rappresenta il riemergere dalle fiamme di un suono techno più netto e veloce con una bassline prepotente ed aggressiva che si gonfia spaventosamente per un finale da elettrocuzione tribale, prima che il brano si avviti su stesso in una spirale verso il basso.
Attendiamo con ansia, dunque, un disco di più ampio respiro targato Blush Response. Le premesse per un ottimo lavoro sembrano esserci tutte, e la strada sembra essere decisamente quella giusta.
Voto: 8
Label: Aufhname+Wiedergabe