Pubblicato da Alessandro Violante il marzo 9, 2015
Bela Lugosi sarà anche morto, ma sembra proprio essersi reincarnato nella musica dei Tetrolugosi, duo marchigiano composto da Sara Paradisi e Camillo Perazzoli. Definibili come eccentrici (almeno per quel che riguarda la musica contenuta in questo debut album) polistrumentisti (Lei dedita alle tastiere, al canto, all’organo e al theremin, Lui alle tastiere, alla voce, all’organo e al basso) in cerca di una propria identità (e qui ci riescono benissimo), i due riescono a creare un lavoro la cui unica pecca, ma questo è soggettivo, è la produzione, che non riesce a conferire il giusto, deciso, carattere ai suoni e alle ritmiche.
Al di fuori di questo, si può senz’altro definirli una proposta originale che, a seconda degli episodi, pesca a piene mani, rielaborandoli, i richiami del synth pop e della canzone per così dire di impronta rituale, di matrice gotica e intrisa di un’atmosfera sinistra ma sempre contraddistinta da una punta ironica piuttosto forte. L’oscurità è qui più un gioco, una sorta di (ottima) parodia del genere, piuttosto che un veicolo di oppressione e claustrofobia.
Uno degli elementi più caratteristici del corredo genetico del progetto è l’ampio ricorso ad atmosfere, suoni e, per così dire, esperimenti vocali che affondano a piene mani nell’infinito archivio dei b-movie dell’orrore, nonchè l’enfasi posta sull’utilizzo del theremin aiuta senz’altro allo scopo, conferendo spesso ai brani un più che denso quanto giocoso e surreale alone di misticismo, tanto surreale quanto lo sono i testi adottati, intelligenti e talvolta quasi triviali, si pensi ad un brano che recupera anche il gergo locale come Tastaferro, termine dialettale che indica il calabrone. Qui, il testo (in giapponese?), intonato da Sara alla maniera di una sigla da anime, fa da contraltare alla voce baritonale di Camillo, il tutto servito su una ritmica soft, catchy e, allo stesso tempo, mistico-gotica, grazie all’intelligente e, a suo modo, sperimentale, costruzione delle trame.
Le influenze sono tante: come già detto c’è il synth pop intriso di atmosfere horror, ma ci sono anche i mid tempo fortemente influenzati dalla wave di matrice gotica, i richiami alle pellicole di genere (Sara, in particolare, ha alle spalle uno studio sul cinema horror), e gli episodi più lenti e misticheggianti. Se a tutto ciò si unisce la simpatia scaturita dai testi e dagli arrangiamenti (oltre alla già citata Tastaferro si pensi a titoli come Sumo wrestler e a There is a sleeping lawyer), quel che ne viene fuori è una formula piuttosto originale e ben realizzata. Gli assi nella manica del duo sono tanti e, probabilmente, a Sara e Camillo serve solo qualche altra occasione di esibirsi in pubblico. Il potenziale e il grado di divertimento / sperimentazione è alto e sicuramente una produzione più corposa li aiuterà a farsi conoscere da un pubblico molto più vasto.
Il debut album dei Tetrolugosi è un disco che trova la sua raison d’etre nell’eclettismo della loro proposta e in quelle imperfezioni che rendono i loro arrangiamenti piuttosto originali e talvolta imprevedibili. Decisamente una realtà da scoprire.
Label: Autoproduzione
Voto: 8