Pubblicato da Alessandro Violante il gennaio 15, 2015
Presso lo Spazio Oberdan di Milano, dal 13 gennaio al 16 febbraio, ha luogo una rassegna cinematografica arricchita da una mostra fotografica dall’emblematico titolo Da Caligari a Hitler. Il cinema della Repubblica di Weimar – Rassegna cinematografica e mostra fotografica, durante la quale verranno proiettati alcuni tra i più importanti film del periodo intercorrente tra il 1919 e l’avvento al potere di Hitler, accompagnati da accompagnamenti musicali d’eccezione e, talvolta, da un dibattito. Facciamo un salto indietro nel tempo per spiegare l’importanza dell’iniziativa e i suoi precedenti storici.
Correva l’anno 1954: il sociologo tedesco Siegfried Kracauer pubblicò uno dei testi più importanti nella storia del cinema, uno dei testi più esplicativi e analitici sul cinema tedesco, allo scopo di riflettere sulla strettissima quanto, forse, insconscia relazione tra la produzione cinematografica teutonica a cavallo tra il cult movie Das cabinet des dr Caligari – Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene e la conquista del potere, da parte di Hitler, nel 1933. Questo testo si chiama Da Caligari a Hitler: una storia psicologica del cinema ed è edito da Lindau.
In questo periodo, lungo quasi venticinque anni, la cinematografia tedesca ha attraversato molteplici fasi e ha ampiamente contribuito, con film fondamentali quali lo stesso Das cabinet, a ridefinire il concetto di cinema d’avanguardia, presentandosi come il film manifesto del fronte cinematografico della cosiddetta avanguardia artistica espressionista che, tra gli altri include anche l’acclamatissimo Metropolis di Fritz Lang ed altri. Il primo, del resto, fu così famoso e influente da ispirare un remake del 2010, Im schatten der made – All’ombra della larva da parte di John Bock. Tuttavia, il cinema tedesco di quegli anni intraprese direzioni molto più ampie, basti pensare al periodo d’oro dell’UFA, la Universum film AG, che produsse film cult come L’ultima risata di Murnau o un film molto distante dai precedenti come L’angelo azzurro di Von Sternberg o ancora il Der Golem di Paul Wegener, tuttavia l’elenco sarebbe molto lungo e lo scopo non è questo.
Quel che però fu importante per Kracauer fu, tramite una analisi sociologica, cercare di spiegare il modo in cui i vari tasselli della cinematografia tedesca di quegli anni potessero costituire una prova per spiegare la maniera in cui il nazismo andò via via prendendo consensi fino a diventare una dittatura. Le trame dei film, apparentemente così semplici, nascondono spesso un germe, una necessità da parte del popolo tedesco, molto più spesso paura e insicurezza e, quindi, il bisogno di trovare una soluzione al malcontento generale.
Esemplare a tale proposito è un film come il già citato Metropolis, che incarna alla perfezione un sistema che opprime gli uomini e che li guida verso una rivoluzione in cui, stravolti dal malcontento e in cerca di una soluzione, la massa si affida al loro portavoce, contrariamente a loro potente e sicuro di sè (anche il fatto di lasciarsi plagiare è illuminante). Lo stesso dicasi del Der Golem e di molti altri film. Non è un caso che la sceneggiatura di Metropolis fosse stata scritta da Thea Von Harbou, moglie di Lang e poi regista di film nazisti. Anche in una fase successiva al 1925, a dispetto di quanto accaduto in Italia con il cosiddetto cinema dei telefoni bianchi, in Germania si continuarono a produrre pellicole di grande successo commerciale quali quelle di Von Sternberg. Le cose cambiarono poi con l’avvento di Hitler al potere e con la produzione, tra gli altri, oltre ai film di Von Harbou, dei documentari di Leni Riefenstahl e di Veit Harlan.
La visione cronologica di questi e di molti altri film del periodo compreso tra il 1919 e la metà degli anni ’30 restituisce quindi uno specchio dettagliato dei cambiamenti in atto in Germania in seguito alla sconfita nella Prima Guerra Mondiale e dei rivolgimenti / stravolgimenti di carattere politico che, di conseguenza, si rifletterono sulla psicologia e sul sentimento generale del popolo teutonico in quegli anni.
Invitiamo quindi tutti a seguire questa interessantissima rassegna cinematografica e a visionare l’annessa mostra fotografica per rievocare, grazie all’accompagnamento musicale, un interessante e intrigante modo di fruire il cinema e per riflettere su quanto affermato da Kracauer.