Pubblicato da Alessandro Violante il novembre 28, 2012
Il 23 novembre appena passato è successo qualcosa di irripetibile a
Milano, un evento storico che ha riportato indietro agli anni ’60, a
New York, agli happening del gruppo Fluxus, nato dalla mente di George
Maciunas, all’interno del quale hanno militato diversi esponenti fondamentali del novecento, un nome tra tutti: Nam June Paik, profeta della videoart e del concetto del Global Groove. La grande differenza tra “loro” e “noi” sta nell’affluenza di persone. Il luogo, lo Spazio Oberdan in Via Vittorio Veneto, fermata Porta Venezia della M1, ha attratto molti curiosi, molti dei quali sono rimasti fino alle ultime battute, fino alla conclusione di un Tour de Force, in positivo, che inizia nel 1962 e finisce nel 1970, che vive in anni di grande fermento artistico, negli anni delle neoavanguardie post-dada o anti-dada che dir si voglia definire Fluxus. Inutile soffermarsi sul discorso del critico Achille Bonito Oliva, inutile perdersi in facili discorsi di poetica. Quel che è importante sottolineare è, oltre l’affluenza, l’importanza del rivivere, attraverso la proiezione di 37 dei Flux film e attraverso l’accompagnamento musicale operato da Benjamin Patterson e da Hans Koch, un happening oggi nel 2012, un momento di condivisione, non necessariamente di riflessione, di straniamento, tra musique concrete e drammi elettronici kraftwerkeriani pescati chissà da quale vecchio sintetizzatore. L’unico dramma è la mancanza di giovani, allontanati dalla sperimentazione della proposta, ma questo è un neo sempre presente in queste occasioni. Le emozioni generate dal momento, dall’hic et nunc dell’happening, sono superiori a qualunque aspettativa, a qualunque visione del dvd rilasciato qualche anno fa, un vero momento di grande importanza. Peccato che non avvenga ogni giorno.
Da segnalare la presentazione del libro “Fluxus in Italia” di Caterina Gualco, realizzato per celebrare, così come questo evento, il cinquantennio dalla fondazione. E’ un libro che è una cronaca di tutto quello che l’Italia ha avuto a che fare con Fluxus, un libro di memorie importanti. Per non dimenticare.