Pubblicato da Alessandro Violante il gennaio 8, 2015
Ah, gli anni ’90… anni di grande sperimentazione nella musica elettronica, in cui il concetto di crossover ha conosciuto la massima espansione (e la conseguente implosione), in cui, come nel qui presente Pussy invasion della creatura inglese The trash gentlemen (qui insieme a Son of a bitch) di John Steed, la produzione contava molto poco, contavano invece le idee. Alla base di questo lavoro ci sono molte influenze e molte storie da raccontare. Una di queste è quella dell’hardcore techno, genere dalla nascita dibattuta ma che, al di là di questo, ha lanciato la cassa distorta su larga scala. Un’altra, strettamente connessa, è quella del digital hardcore, termine coniato dagli Atari teenage riot che, con il loro debut Delete yourself!, hanno sicuramente ispirato la creatura di cui oggi ci ritroviamo a parlare. Poi c’è la cosiddetta musica early rave, ovvero quella particolare forma di veloce acid techno mista a breakbeat e sintetizzata attraverso le più famose serie TR della Roland che fece ballare i raver dei primi anni ’90…anch’essa avente avuto il suo indubbio peso su questa piccola release di cinque brani. Non è un caso che anche l’Inghilterra abbia avuto un ruolo di primo piano nell’interpretazione del genere (uk hardcore).
Ad essere sinceri qui non c’è nulla che non sia già stato fatto dagli sperimentatori della distorsione ritmica, ma il gusto per l’utilizzo della lingua francese e una produzione volutamente scarna ed essenziale fa la differenza. Il sound qui contenuto è diretto, genuino ed ironico. Tu nais pas femme… è una miscela di electro punk costruito su una ritmica terror su cui si staglia la voce femminile in francese. Tutto molto semplice eppure di sicuro effetto. Nonorexique è una techno leggera scandita da un battito distorto dall’effetto non riuscitissimo su cui si interlaccia una apertura acid. E’ un episodio molto ironico e divertente, sebbene la sensazione di caos sonoro sia evidente.
On ne peut pas plaire a tout le monde propone un beat hardcore distorto sopra il quale campeggia il solito giro acid che gli conferisce un gusto tipicamente early rave, il tutto condito dalle vocals femminili come sempre quasi narrate. Si prosegue con un altro brano molto ironico sul leader dei Rammstein, Till lindemann, sostanzialmente identico al precedente con l’esclusione della linea acid. Anche qui si parla il linguaggio dell’hardcore delle origini che sicuramente piacerà a chi ama un certo sound retro. Anche la conclusiva Pussy invasion segue coordinate simili.
In definitiva, al tavolo delle conclusioni si può dire che The trash gentlemen sia una realtà interessante che dalla propria ha un gusto particolarmente spiccato per il sound retro e per la ritmica distorta primordiale così come una idea vocale fuori dal comune ma che, allo stesso tempo, proponga spesso soluzioni fin troppo simili tra loro. Il consiglio è, quindi, di variare la formula e di non abbandonarsi troppo spesso alla cassa lanciata in 4 / 4 anche perchè l’episodio migliore, la opener, è proprio quello in cui c’è più voglia di inventarsi uno stile autonomo. Un augurio ai The trash gentlemen, Pussy invasion è un buon biglietto da visita da sviluppare meglio.
Label: Taciturne prods
Voto: 7