Pubblicato da Alessandro Violante il dicembre 1, 2014
L’oppressione dell’individualità da parte di una società che spinge verso il conformismo, la ricerca del tempo dedicato alla riflessione all’interno di un mondo che corre a velocità supersonica e il dualismo tra ragione e passione sono al centro del nuovo album di Phasenmensch, il progetto industriale di Wolfram Bange. La soluzione al problema di questo dualismo risiede, nelle parole dell’artista, nell’invito a dedicare spazio sufficiente all’esplorazione dei propri reali sentimenti. Entschleunigungsprozesse (Vernunft Und Leidenschaft) significa, appunto, Processi lenti (Ragione e passione). Sono quei processi che, per l’appunto, coinvolgono il dualismo detto sopra, e questo ovviamente comporta che la vita sia un susseguirsi di persone conosciute e forse mai più riviste, che preveda la creazione e la distruzione di alleanze, che comporti errori e lacrime (ma anche gioie e soddisfazioni). E’ la vita e non c’è molto che già non si sappia, sono gli inevitabili pro e contro che ci coinvolgono tutti in prima persona.
Certo, esprimere i propri sentimenti non è semplice, è un’alchimia, è un particolare rapporto tra la ragione e la passione e spesso si ha paura di far emergere la seconda, ma ciò non toglie che bisogni accettare i rischi, così come i benefici, che vivere mettendo davanti la passione indubbiamente offre, senza dimenticare il ruolo bilanciante della ragione. Quel che ne viene fuori è che non esiste una reale soluzione univoca, ma che ciascuna persona debba trovare il proprio equilibrio. Perchè questa lunga elucubrazione psicologica? Perchè l’album parla di queste tematiche, perchè dietro le atmosfere elettroniche minimaliste / sperimentali / industriali c’è una serie di quesiti filosofici che, se l’ascoltatore saprà ascoltare, verrà inevitabilmente portato a porsi.
Se lo chiede anche Ophelia The Suffering, che collabora in Rost und knochen, che significa Ruggine e ossa. Il suo monologo descrive alla perfezione quanto espresso sopra. Per una questione di praticità sarà bene usare le traduzioni italiane di titoli che, in lingua originale, potrebbero apparire incomprensibili ai lettori della penisola. Titoli come la titletrack, appunto Ragione e passione, così come Dal No al Sì, La riconciliazione con la realtà, Tutto scompare, Momenti sacri e Il triangolo (Moonlight Sonata) sono chiari esempi del dibattito tra ragione e passione.
La musica onirica, sognante, fluttuante, i ritmi mai particolarmente incisivi se non in pochissimi episodi e il minimalismo di cui i tedeschi sono campioni in carica sono i cardini del lavoro. Se la titletrack si poggia su una ritmica orientata al minimal synth, attraversando la tracklist troviamo un episodio sognante come Tutto scompare così come un tiepido crescendo ritmico, mai dirompente ma quasi ultraterreno, quello di Pioggia estiva che, pian piano, va a rompersi nel breakbeat.
Con La ricostruzione della realtà fa capolino una techno molto raffinata, pulsante, sognante, di chiara matrice minimalista. Pochi suoni ma buoni, insomma, che, grazie ad una produzione accuratissima, riescono ad evocare molto più di quello che la musica, da sola, non riesca a trasmettere. Immunizzazione prosegue verso una direzione simile ma meno squadrata, meno inscatolata nel 4/4 senza mai sfociare nel breakbeat. Rispettivamente, si tratta di due collaborazioni: la prima è con Constructor, la seconda è con ICD-10. Dal No al Sì è un altro episodio minimalista, un tempo molto dilatato e sognante, che fa viaggiare l’anima. Si è già parlato poco fa di Ruggine e ossa, un brano che presenta degli inserti di chitarra acustica che conferiscono, anche in questo caso, un’atmosfera onirica al tutto.
Con Momenti sacri l’ambient fa da padrone lasciando in sottofondo un tappeto di sampling che ci fa percepire quasi il respiro affannoso di una persona. Qui la pregevole idea onirica si apre finalmente ad un beat secco che, però, entra bussando e che, pian piano, si impadronisce del brano fino a cavalcarlo. Un Distorted beat che sembra chiedere la sua entrata con rara eleganza. Funkenflug è il brano che, rispetto agli altri, mostra i muscoli in maniera più evidente. Una melodia oscura e minimalista va a braccetto con un ritmo marziale che, secco e vuoto come pochi, sembra camminare sull’oceano ambient sul quale si appoggia. Un destino simile, seppure qui il discorso melodico sia molto più elaborato e preponderante, si ritrova anche nella successiva Il triangolo (Moonlight Sonata), anche se qui la ritmica riveste un ruolo molto più secondario.
La conclusiva Presenza ottimizzata è un altro spaccato ambientale farcito di un lento ritmo lievemente distorto e, soprattutto, costellato di un rarefatto paesaggio melodico di ottima fattura.
I conclusivi remix di Aphexia e di Hezzel per la opener e per Presenza ottimizzata spingono maggiormente sul comparto distorto, offrendo due interpretazioni più elettroniche, senza sgraziarne la struttura originaria, mantenendone il ricco e magico comparto melodico.
In definitiva si tratta di un album che spinge alla riflessione e che va necessariamente ascoltato in cuffia, magari prima di andare a letto. Chissà che non stimoli la riflessione sull’individuo stesso. Qualora fosse così, lo scopo di Phasenmensch non sarebbe vano.
Label: Hands productions
Voto: 9, 5