Pubblicato da Alessandro Violante il settembre 24, 2014
Terzo album per il duo svedese composto da Wilhelm e Emma, autori di un synth pop leggero e groovy, dalle ritmiche ben articolate e varie, melodico al punto giusto, a cavallo tra synth pop e futurepop. Dodici brani che alternano sapientemente momenti più soft, da quasi-ballad come in Beyond the silence, inni assimilabili al lavoro di band storiche del genere come VNV Nation come la successiva Broken promises e invenzioni catchy in episodi come la titletrack.
La cover art sintetizza bene il concetto che l’album vuole esprimere: la distopia è una condizione sempre più reale e tangibile, sempre meno relegata al solo appannaggio della letteratura di genere, e si presenta sotto forma di oscure nuvole al centro delle quali, però, si trova un raggio di luce, una via per uscire.
Il mood dei brani è tutto sommato abbastanza positivo e lascia presagire vie di fuga. Sta all’individuo scegliere quale strada percorrere e non lasciarsi schiacciare dalla condizione distopica in cui vive seguendo il sentiero verso la luce, simbolo di liberazione dalle catene sociali postmoderne. Trapped in a nightmare è uno dei brani più groovy, interessanti e, allo stesso tempo, maggiormente esplicativi del concetto di entanglement sociale nelle strutture della nuova società: solitudine e alienazione sono le keywords che vengono subito in mente. La conclusiva Dying together isn’t going to solve anything, semi-pianistica costruita su ritmiche marziali e cristalline, è uno degli episodi più interessanti e old fashioned del lotto. Ci pensano i suoni mai troppo duri e le atmosfere talvolta quasi pop-oriented a tirarci fuori dall’abisso e a promettere una possibilità di cambiamento del futuro della nostra specie.
Un lavoro sicuramente derivativo ma onesto. Nessun particolare picco di originalità viene riscontrato ma vi garantirà più di qualche ascolto.
Voto: 6,5
Label: Space race records