Pubblicato da Alessandro Violante il agosto 18, 2014
Lo seguiamo dall’uscita del suo ultimo album ufficiale uscito per Electro aggression records e non ci ha mai deluso. Anche questa release, seconda parte (di tre totali) del ciclo Vault series, del cui primo volume si è già parlato su queste pagine, prosegue il ripescaggio di dieci brani, strumentali, mai pubblicati prima, composti tra il 1999 e il 2004 dal tedesco Andreas Malik, in arte Object, uno dei massimi esponenti del genere dark electro che è attivo da vent’anni ma che si è fatto conoscere soprattutto a partire dai primi anni 2000. Dieci spaccati di electro industrial in cui il mix tra i sample, le ritmiche complesse e multisfaccettate e i toni, talvolta più sereni talaltra più cupi, distendono e martellano, a seconda dei casi, un ascoltatore al quale viene demandata una meritata attenzione per i particolari. L’opener e Scraping skys sintetizzano molto bene questa dicotomia. La prima è sognante, affonda le radici nella vecchia musica elettronica tedesca e crea un’atmosfera distesa, mentre la seconda recupera il sound secco e metallico delle macchine e delle fabbriche, sempre e comunque in un’ottica più mentale che fisica, sempre più attenta all’evocazione di scenari distopici piuttosto che al bieco incedere di ritmiche monolitiche, delle quali qui non si trova traccia nè se ne vuole trovare. Mentre i brani scorrono veloci, le suggestioni e le atmosfere utopiche/distopiche ci sovrastano e ci trasportano in un mondo di suoni ben calibrati, sample sapientemente dosati, ritmiche in mid tempo con dei picchi di maggiore durezza e la sensazione, ancora una volta presente, di trovarsi di fronte ad un’altra piccola gemma di elettronica industriale. Dark electro è il suo nome. Electro sporcata di atmosfere misticheggianti e ispirate ad un universo oscuro e vagamente morboso piuttosto che ai drammi dell’uomo moderno e della società in cui egli vive.
Label: Autoproduzione
Voto: 8