Pubblicato da Alessandro Violante il novembre 18, 2014
Quando un album è prodotto da Dj Hidden c’è da aspettarsi una resa cristallina, un tappeto di ritmiche martellanti e un suono algido e freddo, metallico appunto, come vuole la tradizione della musica industriale più oltranzista. Egli non è solo l’autore dei suoi album sotto l’etichetta Ad noiseam, è una figura molto più importante all’interno del panorama techno hardcore, è infatti il 50% dei The outside agency, olandesi, una delle realtà che, nel tempo, si è affermata sempre più sperimentando oltremodo nel genere e, quindi, a conclusione di questo, realizzando un album, guarda caso, per una etichetta innovativa come la Ad noiseam. The dogs are listening, questo il titolo, ha soddisfatto in molti, anche al di fuori del dancefloor.
Partendo da questa premessa, parliamo di Zeit, il terzo album di 16pad noise terrorist, che invece firma per Hands. Qui Candy Schlueer sintetizza in maniera egregia una moltitudine di forme musicali elettroniche del nostro tempo (e non solo), come ad esempio la dubstep, il powernoise, la breakcore, la drum ‘n bass e, ovviamente, l’hardcore, compiendo uno step evolutivo successivo: si potrebbe parlare, provando a definire la sua musica con un neologismo, di progressive electronic music. Questo concetto si ricollega con il titolo dell’album, che in italiano significa tempo. Il tempo (e le sue innumerevoli declinazioni) scandisce il ritmo e, in generale, i ritmi che vengono presi in considerazione, ma perchè questa è musica progressiva? Perchè il distorted beat e le caratteristiche stilistiche dei generi vengono espanse, contaminate dall’influsso della musica classica (vocals liriche, motivi di pianoforte, etc…), il che sposta un po’ più in là i confini dei suddetti generi. I brani somigliano sempre meno quindi a delle semplici tracce e, al contrario, sempre più a delle composizioni strutturate in cui, così come nella progressive dance le melodie venivano espanse, in questo caso sono i ritmi ad essere interessati nel processo di dilatazione, espansione e sperimentazione.
Un orecchio attento non faticherà a comprendere che, in un brano di matrice dubstep come l’opener Fright night overdrive, il beat viene dilatato e diventa oggetto di ricerca di soluzioni e di nuovi modi in cui renderlo. Ne viene fuori un alto grado di sperimentazione e un suono meno scontato, pieno di sfaccettature e di dettagli (distribuiti su più livelli) da scoprire ascolto dopo ascolto.
Certamente esistono episodi più o meno diretti o altri più o meno sperimentali. Si potrebbe quasi dividere l’album in due parti: la prima, non considerando la opener e lo splendido remix di Deepwater di Christian Vogel (uno dei più famosi musicisti elettronici di area tedesca), è più dura e più algida della seconda, più ricca di episodi magari meno devastanti ma più attenti alle divagazioni intelligenti. Alcuni episodi della prima parte del disco parlano molto chiaro: Angst è uno dei pezzi più duri e riprende sonorità legate all’industrial hardcore, un mid-tempo powernoise che, comunque, conosce le sue aperture sinfoniche (come del resto in tutti i brani). Winter – z è un classico brano breakcore ma con una propria identità, che per certi versi chiama in causa il compagno di etichetta Wieloryb. Boomchunk e Delynch (aperta dal galoppo di un cavallo) fanno leva su ritmiche drum ‘n bass e, di nuovo, powernoise (la prima) e industrial hardcore (la seconda). In particolar modo, quest’ultima è progressiva nel suo svilupparsi. Come a dire, questa è l’interpretazione del musicista di cosa sia l’horse power, per citare i fratelli chimici Chemical brothers.
Dopo l’interludio Zeit, i pezzi che seguono allentano un po’ i ritmi e la pesantezza dei suoni per concentrarsi sulla volatilità del breakbeat. Before after è un pout-pourri che sembra parzialmente scritto dal già citato Dj Hidden tante sono le somiglianze, e Time slot è una tirata drum ‘n bass pulita senza troppe pretese. Musik, così come I am a machine, sperimenta infarcendo le composizioni di un mood più classicheggiante, lasciando aria sufficiente per far respirare le composizioni e facendoci piacevolmente notare che il nostro ha una ampia conoscenza della musica nella sua globalità. Sono tra i pezzi più indefinibili (semplicisticamente definibili come breakbeat) e più interessanti. Moments segue un crescendo, anch’esso classicheggiante, che poi esplode in una violenta sfuriata powernoise. Endwork è una collaborazione con Enduser, a metà tra l’ambient e il breakbeat.
16pad noise terrorist ha confezionato una prova matura dalla quale traspare la padronanza del rapporto tra ritmo e tempo ed il suo ricco background musicale. Certo, in uno dei brani migliori Christian Vogel ci ha messo ampiamente del suo, ma non si può negare che questo sia uno dei dischi più interessanti di questo periodo.
Label: Hands productions
Voto: 10